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Suez: prende forma nuovo canale, sogno patriottico

Egitto 25 mila operai, sicurezza al top,vendute già 60/70% obbligazioni

15 settembre, 23:07
Canale di Suez Canale di Suez

 (di Elisa Pinna) (ANSAmed) - Ismalya, 16 SET - Il nuovo sogno egiziano prende forma tra le dune di sabbia e roccia che si perdono all'orizzonte. Nel paesaggio lunare del Sinai occidentale è un andirivieni di camion, ruspe, scavatrici. Venticinquemila operai di 60 ditte egiziane sono al lavoro notte e giorno per costruire, nel tempo record di un anno, un'opera degna dell'audacia architettonica degli antichi faraoni. Si tratta del secondo canale di Suez, voluto e annunciato dal presidente Abdel Fattah al-Sisi poco più di un mese fa. Gia' in piena fase operativa, è divenuto il simbolo dell'orgoglio patriottico nazionale: le obbligazioni per 8 miliardi di dollari, emesse dal governo del Cairo per finanziare la prima fase del progetto e destinate esclusivamente a cittadini egiziani con un interesse fisso annuo del 12%, sono andate a ruba in pochi giorni con vendite che si aggirano al 60-70% del totale. Lo storico canale di Suez inaugurato nel 1869 per connettere il Mediterraneo al Mar Rosso, dopo lavori decennali in cui persero la vita 120 mila egiziani, rappresenta il passaggio artificiale più trafficato del mondo con il 7,5% del commercio via mare internazionale contro il 5% di Panama. "E' una via d'acqua lunga 193 chilometri e larga a sufficienza in alcuni punti, con ben 23 bacini, ma talmente stretta in altri, da consentire solo un senso unico alternato, che costringe attualmente gli enormi cargo internazionali, alcuni giganti con trasporti di 240 mila tonnellate, a una media di 18 ore di attesa", ha spiegato Mohamoud Rezk, direttore della Pianificazione e Ricerca del Canale di Suez ad un gruppo di giornalisti occidentali, tra cui l'ANSA, invitati per la prima volta a vedere di persona lo stato di avanzamento dei lavori. Il progetto del nuovo canale prevede un by-pass di 34 chilometri e il raddoppio del letto del vecchio canale in altri tratti, per un totale di 72 chilometri. In tutto verranno impiegati 25 mila operai, di cui 15 mila concentrati nel punto centrale del Canale, sulla sponda del Sinai che fronteggia Ismalya. Questa prima fase, con la costruzione del doppio canale, si concluderà -secondo le previsioni delle autorità egiziane - entro l'agosto nel 2015 e consentirà la navigazione del canale in entrambi i sensi, con un taglio dei tempi di attesa a 11 ore. Se oggi attraversano il Canale una media di 40-50 navi al giorno, per un introito nelle casse egiziane di circa 5,3 miliardi di dollari all'anno, nel 2022 saranno un centinaio, con guadagni che si aggireranno attorno ai 13 miliardi e mezzo. L'ambizione dell'Egitto di al Sisi non si ferma tuttavia qui: la seconda fase di lavori si rivolge anche agli investimenti stranieri e prevede la costruzione di porti, cantieri navali, industrie tessili e metalmeccaniche, alberghi, resort per navi da crociera lungo tutto il corso del canale, lo sfruttamento minerario del Sinai, oltre due nuovi tunnel stradali e ferroviari che attraverseranno il corso d'acqua. L'intera area del Canale, da quando è stato nazionalizzato nel 1956 da Nasser, appartiene all'esercito egiziano. Nell'enorme cantiere a cielo aperto nel Sinai, a pochi chilometri da Ismalya, torrette di guardia, pattuglie e veicoli militari controllano la zona, mentre elicotteri volteggiano incessantemente in cielo. "Garantiamo la sicurezza di Suez e del nuovo canale dal mare, dalla terra e dal cielo", afferma Rezk. "In caso di necessità, siamo pronti anche a costruire muri difensivi", aggiunge. Il responsabile della pianificazione del Canale fa notare che in tre anni di subbugli sociali e politici in Egitto "non un solo episodio di violenza ha riguardato Suez". Anzi, nel mese di agosto 2014, gli introiti hanno raggiunto i 500 milioni di dollari, un record da quando la via d'acqua è stata aperta nel 1956, e un più 9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Mentre gli operai manovrano le ruspe sotto un sole cocente, spostando masse di sabbia e creando solchi e colline, scolaresche e curiosi con bandiere egiziane scattano foto ricordo. L'atmosfera, nonostante la stretta sorveglianza, è rilassata, quasi festosa. Nel raddoppio del canale e nella sua industrializzazione, il presidente Al Sisi tratteggia una ripresa economica per il paese e un futuro migliore per la sua gente. Con la crisi del turismo, il Canale è diventato più cruciale che mai. Per Suez, nel 1956 (subito dopo la nazionalizzazione), gli egiziani hanno sconfitto Francia, Gran Bretagna e Israele. "certo - assicura Zark Afiz, comandante della sicurezza del canale nella zona di Ismalya - non ci faremo spaventare da bande di terroristi". (ANSAmed).

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