Percorso:ANSA > Mare > Shipping e Cantieri > Incidente Genova: colloqui radio rivelano avaria

Incidente Genova: colloqui radio rivelano avaria

Rimorchiatore: 'ma che fate?', pilota grida:'non ho la macchina

08 maggio, 23:06
Incidente Genova: colloqui radio rivelano avaria Incidente Genova: colloqui radio rivelano avaria

  (di Paolo Mori e Luisella Rossi) (ANSA) - GENOVA, 8 MAG - Una manovra "non abituale, ma neppure troppo inusuale", dice il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce, per commentare il percorso della Jolly Nero per uscire dal porto. E proprio perché non inusuale, quella manovra sul finire è apparsa strana a chi aiuta a farla da anni. Il comandante del rimorchiatore di poppa, lo Spagna, ha visto che qualcosa non stava andando come sempre e alla radio ha urlato al pilota del cargo: "Non c'é più acqua, che fate?". Il pilota ha gridato disperato: "Non ho più la macchina", frase che sta a indicare che non riusciva a mettere la nave con i motori avanti, come doveva avvenire a quella fase della manovra. Questo emerge dai colloqui radio e dalle testimonianze dei protagonisti e indirizza l'indagine in modo deciso verso l'ipotesi che possa essere stata una avaria a causare la tragedia: 7 morti, due dispersi e quattro feriti.

Eccola la manovra, così come la descrivono gli inquirenti: la nave ha fatto retromarcia con la poppa per poi uscire dal porto di prua ma in questa posizione non si è mai messa e con la parte sinistra della poppa ha urtato contro la base della torre, interamente crollata.

Il procuratore Di Lecce, che parla dell'indagine affidata al suo sostituto Walter Cotugno, rimane però cauto. "Dobbiamo verificare se la manovra è avvenuta in modo corretto o se qualcosa non ha funzionato", ma già in mattina era stata la stessa procura a far trapelare che l'ipotesi dell'avaria era consistente. Parla Di Lecce, e rivela che un cavo di un rimorchiatore si è rotto, ma aggiunge "forse dopo l'incidente".

E pare che sia andata proprio così: il mezzo avrebbe provato fino all'ultimo di velocizzare la rotazione del cargo per evitare l'impatto con la torre e il cavo si sarebbe rotto a fine manovra. E' stato sequestrato, come la 'scatola nera' della nave, il vdr, che registra tutto ciò che avviene a bordo.

Ci sarebbe stata anche un'altra manovra disperata: il comandante della Jolly Nero avrebbe gettato le ancore per provare a frenare la nave che stava impattando contro la torre di controllo.

Intanto sono due gli indagati. Si tratta del comandante del cargo della compagnia Messina, Roberto Paoloni, romano, 63 anni, e il pilota del porto che si trovava sulla Jolly Nero, Antonio Anfossi, cinquantenne, genovese: entrambi ritenuti "molto esperti". Sono accusati di omicidio colposo plurimo. Il comandante si è avvalso della facoltà di non rispondere.

"Ma gli indagati - dice Di Lecce - potrebbero aumentare e stiamo valutando l'eventuale sussistenza del reato di attentato alla sicurezza dei trasporti previsto dal codice della navigazione". In questo momento". Il procuratore ha spiegato che comandante e pilota hanno ruoli diversi ma, il ministro Lupi, durante l'audizione alla Camera, ha specificato che "la responsabilità della manovrà è del comandante, il piota a bordo ha il ruolo di consulente". E il legale di Paoloni, Romano Raimondo, dice: "Chiederemo che siano esaminate le conversazioni con i rimorchiatori e con la torre". E l'indagine dovrà anche accertare se l'edificazione della torre in quel punto rispettava tutte le norme di sicurezza per la navigazione. (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA