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Coppa America: Bertelli, sfida con luna rossa e' un sogno

Skipper Srena, stressante ma bello navigare con multiscafi

26 ottobre, 10:25
COPPA AMERICA: LUNA ROSSA SI VESTE DA CATAMARANO,VIA SOGNO COPPA AMERICA: LUNA ROSSA SI VESTE DA CATAMARANO,VIA SOGNO

(ANSA) - AUCKLAND (NUOVA ZELANDA), 26 OTT - Luna Rossa cresce e già fa sognare, sia pure a migliaia di chilometri di navigazione dall'Italia. La crisi, in questo spicchio del mondo incontaminato, non si sente ed è offuscata dai sogni di gloria di Patrizio Bertelli e del suo team che oggi varano la Luna crescente, che si proietta verso la 34/a Americàs cup dell'anno prossimo nella baia di San Francisco.

I tempi sono stati rispettati: un semestre dopo il battesimo nella sede del Circolo della Vela Sicilia, che ha lanciato la sfida per conto del team targato Prada, il multiscafo affidato alla sapiente cura dello skipper Max Sirena prende il mare e veleggia verso la 'sfida impossibile' ai colossi di Oracle, 'defender' del trofeo.

"Questa è l'Americàs cup che hanno voluto Russell Coutts e Larry Ellison, a non resta che adeguarci - spiega Sirena -. Loro hanno subito un grave incidente mentre si allenavano, e questo li costringerà a rivedere il piano di avvicinamento alla Coppa: a me personalmente dispiace che abbiano 'scuffiato', cioé capovolto la barca, ma questo conferma che bisogna avere rispetto di questi 'mostri'. Sicuramente la barca di Oracle non era nata per volare, né per navigare in quelle condizioni di vento. Ma, poiché la marcia di avvicinamento alla Coppa America, è una specie di guerra di nervi, credo sia stata la reazione all'allenamento svolto il giorno prima da New Zealand con grande naturalezza, ma soprattutto con 25 nodi di vento. Penso che in parte la paura posss condizionare la sfida: è molto stressante navigare con queste barche. Chi avrà meno paura, forse, otterrà di più; queste barche non permettono di sbagliare". E Patrizio Bertelli cosa ne pensa di questa nuova barca nata in Italia, nel bergamasco (a Nembro), e finita di costruire dalla parte opposta del mondo? Per lui una Louis Vuitton (la sfida fra gli sfidanti) vinta, ma soprattutto tanti sogni infranti, fra esaltazione, pentimento, tormenti. "Sarebbe bello disputare la finale della Louis Vuitton cup assieme a New Zealand. La Coppa America per me non è un incubo, semmai è un sogno, una sfida, tante cose messe insieme, ma in modo piacevole - spiega il patron del team -. Si è sempre discusso sulla possibilità di utilizzare un monoscafo o un catamarano, ma io penso sia sbagliato parlare di questo: credo che il problema sia quello di portare più team in Coppa America. Penso che, quella del catamarano, alla fine, sia stata la scelta migliore. Anche per i giovani". Poi, aggiunge: "Credo che li vedremo a San Francisco e poi non li vedremo più. Bisogna pensare a una Coppa America più accessibile ai team, ma non per una questione di popolarità. Sul piano dello spettacolo e dell'attrazione pura sarebbe meglio avere più team dei tre attuali, Oracle escluso. La Coppa America per una squadra come la nostra è da considerare un percorso; noi, oggi, siamo riusciti a concluderlo, rispettando i tempi e varando uno scafo entro ottobre, come avevamo detto ad aprile a Palermo".

Questione di cultura, esperienza, organizzazione. "Si vede che, nel team di Luna Rossa, c'é una cultura di Coppa America, perché dalla mattina alla sera riusciamo a mettere assieme un equipaggio di gente esperta. Rispetto a chi era già organizzato non abbiamo avuto problemi e qualcuno ci ha pure definitivi il 'secondo team neozelandese'". Infine, sulla barca: "Non avevo l'immaginazione di pensare come sarebbe stato complicato e affascinante, ma alla fine è stata una sorpresa positiva. Anche se parlare di barca è sbagliato: questo per me è un manufatto tecnologico". (ANSA).

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