Percorso:ANSA > Mare > Ambiente e Pesca > Trivelle: appello a Mattarella, 'no a referendum 17 aprile'

Trivelle: appello a Mattarella, 'no a referendum 17 aprile'

Associazioni,organizzazioni,società civile scrivono a Capo Stato

13 febbraio, 19:27
Trivelle: appello a Mattarella, 'no a referendum 17 aprile' Trivelle: appello a Mattarella, 'no a referendum 17 aprile'

 (ANSA) - ROMA, 12 FEB - "Non firmi il provvedimento che fissa la data del 17 aprile". Questa la richiesta rivolta al capo dello Stato Sergio Mattarella da associazioni ambientaliste, sociali e studentesche, organizzazioni sindacali, comitati e testate giornalistiche rispetto alla decisione del governo di convocare il referendum sulle trivelle il 17 aprile e non in un 'election day', insieme alle elezioni amministrative. Tra i firmatari della lettera a Mattarella ci sono, oltre ad associazioni ambientaliste (incluse le tre maggiori italiane Legambiente, Wwf, Greenpeace) e comitati del popolo 'No-Triv', anche Adusbef, Arci, Federazione italiana media ambientali, Filt-Cgil Roma e Lazio, Fiom-Cgil, Giornalisti nell'Erba, Green Cross Italia, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari. Nella lettera inviata al presidente della Repubblica si chiede "al Governo di rivedere il provvedimento in favore di un 'election day'"; inoltre si chiede di "non firmare la deliberazione governativa che istituisce la data del 17 aprile per il voto referendario". Nella lettera a Mattarella si legge come il primo "motivo" di questa "richiesta" sia "per favorire e salvaguardare la democrazia e la partecipazione. Stabilire di andare al voto in tempi così ravvicinati di certo non permetterebbe di condurre un'adeguata campagna referendaria e di conseguenza non consentirebbe che gli elettori siano adeguatamente informati sul referendum". Inoltre "la decisione del Governo non tiene conto di ulteriori due elementi oggettivamente importanti". Uno è di "carattere economico: l'election day è fondamentale" per "risparmiare una cifra stimabile tra i 350 e i 400 milioni di euro", denaro pubblico che "potrebbe essere impiegato per meglio garantire diritti essenziali alla popolazione italiana". L'altro elemento riguarda "l'iter dei quesiti referendari", dal momento che alla Corte Costituzionale "pendono conflitti di attribuzione per altri due quesiti sullo stesso argomento su cui, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, si potrebbe votare in un'unica data"; altrimenti "nel 2016 gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne fino a cinque volte: per i due referendum abrogativi sulla questione trivellazioni, per le elezioni amministrative (primo turno e ballottaggio) e in autunno per il referendum costituzionale". Cosa che "determinerebbe un notevole dispendio di risorse" causando anche "confusione negli elettori". (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA