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Rio 2016: allarme mare inquinato, Croce "verificheremo"

Capo Isaf: "Non vogliamo far correre dei rischi a nostri atleti"

01 agosto, 16:11
RIO 2016: ALLARME MARE INQUINATO, CROCE 'VERIFICHEREMO' RIO 2016: ALLARME MARE INQUINATO, CROCE 'VERIFICHEREMO'

(di Adolfo Fantaccini) (ANSA) - KUALA LUMPUR, 1 AGO - Le acque che circondano Rio de Janeiro, sede fra un anno e qualche giorno delle Olimpiadi, da torbide sono diventate agitate. Un tuffo dove l'acqua è più blu, come recita una nota canzone di Lucio Battisti, è pura utopia e c'è invece un pericolo reale, concreto, per gli atleti di alcune discipline. Dal Comitato organizzatore di Rio 2016 garantiscono che ripuliranno l'acqua almeno per l'80 per cento, ma i dubbi restano e l'allarme cresce. La conferma arriva a Kuala Lumpur, dov'è in corso la 128/a Sessione del Cio, Carlo Croce, presidente dell'International sailing federation (Isaf), dunque capo della vela fino all'anno prossimo, non vuole sentire ragioni, nè correre rischi di alcun genere. "Stiamo inviando una squadra per una settimana intensiva di rilevazione dei dati - spiega all'Ansa Croce -: questo team lavorerà per accertare la verità, in assoluta coerenza con quello che il Comitato internazionale olimpico (Cio) ci ha chiesto. La squadra dovrà scoprire veramente, e in modo oggettivo, di cosa stiamo parlando; e perché da due anni sentiamo dire che un giorno va tutto bene, mentre l'altro invece va tutto male. Adesso abbiamo affidato a un gruppo indipendente esterno, un vero organismo internazionale, l'incarico di dirci cosa succede realmente. Vedremo". Sotto accusa la baia di Guanabara, ma anche il lungomare e la laguna Rodrigo de Freitas, con quest'ultima che ospiterà le gare di canottaggio, oltre ai Mondiali Juniores, un test-event olimpico. Vela, nuoto di fondo e canottaggio, gli sport a rischio. "Evitare rischi: è questo che ci sta più a cuore - le parole del capo della vela mondiale -. Si, è vero, le gare di triathlon a Rio stanno andando bene, però è sempre meglio essere sicuri. Noi, per esempio, abbiamo fatto due anni di test-event e non abbiamo mai avuto problemi. Tutte le squadre, compresi gli americani, hanno fatto dei test. Ci sono giorni, dipende dalle correnti nella baia, in cui vengono scaricati dalla terra tutti i rifiuti. Con il ciclo normale non ristagnano nella baia ma, quando ci sono cinque criticità in un anno, diventa pericoloso. Però, a dire il vero, questa è una situazione molto occasionale. In ogni caso, tutto resta nei limiti, però non c'è da fidarsi. Noi vogliamo essere attentissimi, per i ragazzi e per i loro genitori, molti dei quali ci chiedono se mandarli o meno a Rio. Sappiamo che un atleta olimpico, anche se dovesse rischiare la pelle, vuole gareggiare a tutti i costi, però è nostro compito essere assolutamente certi. Li metteremo al sicuro. Stiamo lavorando per questo". Croce conclude con un ulteriore, rassicurante messaggio: "Entro una settimana partirà un gruppo dei nostri, con sette-otto medici, e analizzerà i dati oggettivi, quindi vedremo il da farsi". Intanto, la corsa contro il tempo è cominciata e a Rio de Janeiro adesso hanno un problema in più. (ANSA).

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