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Su Science studio italiano su cambiamenti plancton oceanico

Iudicone, correnti Agulhas operano 'lavaggio a freddo'

22 maggio, 18:10
Su Science studio italiano su cambiamenti plancton oceanico Su Science studio italiano su cambiamenti plancton oceanico

(ANSA) NAPOLI, 22 MAG - La composizione della comunità del plancton cambia dopo aver attraversato le Agulhas, le correnti circolari che separano l'Oceano Indiano da Sud Atlantico. La scoperta è stata fatta dal ricercatore italiano Daniele Iudicone, scienziato della Stazione Zoologica di Napoli Anton Dohrn, che ha studiato e rivelato le nuove frontiere del mondo planctonico attraverso i campionamenti rilevati a bordo della goletta Tara, durante la spedizione finanziata da Tara Expedition, "Tara Oceans".

La ricerca pubblicata dal numero di Science di oggi ha rivelato che: "Il plancton - spiega Daniele Iudicone - passa per una sorta di ciclo di lavaggio a freddo all'estremità meridionale del Sud Africa. Le correnti formano enormi vortici che mescolano drasticamente e raffreddano il plancton che le attraversa, limitando così il numero di specie che riescono ad arrivare all'Atlantico". Le condizioni ambientali difficili, create dai venti noti come "I quaranta ruggenti" a sud-est del continente africano, provocano un cambiamento rilevante nella comunità del plancton durante il suo viaggio tra l'oceano Indiano e il Brasile. Combinando le osservazioni oceanografiche compiute a bordo di Tara in un anello "giovane" (meno di un anno di vita) con simulazioni al computer e con le analisi del cambiamento dei geni per l'assimilazione dell'azoto nel DNA batterico, gli scienziati hanno quindi scoperto che l'intero ecosistema è alterato dal forte raffreddamento e dal mescolamento profondo prodotto dal vento (che espone al buio le cellule ma apporta anche nutrienti). Questi risultati forniscono anche la prima descrizione dettagliata, e sulla base di dati genomici, delle comunità planctoniche degli anelli dell'Agulhas, un collo di bottiglia chiave per la macchina del riscaldamento climatico e centrale nei modelli di previsione dei cambiamenti globali.

Il plancton oceanico è infatti il più grande ecosistema del pianeta, ha generato l'ossigeno dell'atmosfera ben prima della comparsa delle piante terrestri e oggi produce ancora tanto ossigeno quanto tutte le foreste, partecipa a importanti cicli biogeochimici e quindi all'equilibrio climatico. Nello specifico grazie ad una strategia unica che unisce ogni campione di plancton con misure precise di fattori ambientali (come la temperatura, il pH e i nutrienti) gli scienziati sono stati in grado di determinare in che modo ciascuno di questi fattori influenza questi organismi microscopici che galleggiano nell'oceano. Oltre al coordinamento dell'intera spedizione, Daniele Iudicone si è occupato della pianificazione accurata delle stazioni di campionamento per l'identificazione del ruolo delle correnti marine nel determinare la diversità planctonica. Le analisi della spedizione Tara hanno mappato una vastissima gamma di organismi planctonici: sono stati infatti raccolti campioni (di alta qualità e standardizzati) per la genetica, la morfologia e la chimico-fisica in 153 stazioni, per un totale di 30 mila campioni biologici (e 13 mila misure ambientali) su tre profondità. La spedizione multidisciplinare ha coinvolto 70 culture e paesi diversi attraverso laboratori e istituti scientifici, attraversando i cinque continenti. "Con Tara - spiega il presidente della Stazione Zoologica Dohrn, Roberto Danovaro - l'uomo si riappropria degli oceani, non più solo per attraversarli a scopo commerciale, ma per conoscerli da un punto di vista profondo".(ANSA).

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