Percorso:ANSA > Mare > Ambiente e Pesca > Sequestrata carne di delfini a Civitavecchia

Sequestrata carne di delfini a Civitavecchia

Appello a Orlando su controlli;ancora polemica mattanza Giappone

26 gennaio, 21:49
Sequestrata carne di delfini a Civitavecchia Sequestrata carne di delfini a Civitavecchia

 (di Tommaso Tetro) (ANSA) - ROMA, 24 GEN - Era pronta per finire sui tavoli di un noto ristorante del litorale laziale, la carne di delfino sequestrata dalla Capitaneria di Porto a Civitavecchia. Un 'blocco' che ha trovato il plauso della Lav (la Lega antivivisezione) e di Marevivo che avevano denunciato la pratica. Chiamato in causa, da un appello delle due associazioni, anche il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando affinché avvii "un urgente Piano di controlli straordinari".

Ed intanto proseguono le polemiche per quella che viene definita una vera e propria 'mattanza' dei delfini ad opera del Giappone che porta avanti programmi di 'caccia' per questi animali protetti da trattati e convenzioni internazionali. La carne di delfino essiccata, contenuta in alcune confezioni sottovuoto, è stata sequestrata dalla Capitaneria di Porto a Civitavecchia appena prima che finisse "in un noto ristorante", dal momento che era pronta "per essere venduta e servita".

Il sequestro è avvenuto nell'ambito di indagini svolte dagli agenti su mandato della Procura della Repubblica di Civitavecchia (anche in seguito a un servizio de Le Iene). Alla base della denuncia, segnalano Lav e Marevivo, "la consuetudine di un ristorante del litorale laziale di servire ad alcuni clienti selezionati carne di delfino, specie di cui è vietata la cattura".

E' per questo che le associazioni si sono rivolte ad Orlando chiedendo "'tolleranza zero su quanti lucrano sulla pelle di questi mammiferi marini, rigorosamente protetti dalle normative europee"; ma anche un Piano per tutta la filiera, "soprattutto in quelle Regioni le cui tradizioni culinarie annoveravano il delfino tra le prelibatezze locali". Le regole stabiliscono infatti per i delfini "un regime di rigorosa tutela", e in particolare è vietata "qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata nell'ambiente naturale". Non si spegne intanto la polemica intorno alla caccia da parte del Giappone nella baia di Taiji.

L'ambasciatore italiano a Tokyo, Domenico Giorgi, ha espresso "preoccupazione e sensibilità" per la vicenda; Giorgi si è rivolto al ministro nipponico per l'Agricoltura, Yoshimasa Hayashi, con "l'auspicio" che - anche per via delle reazioni della comunità internazionale - da parte giapponese "si possa giungere a un'urgente riconsiderazione di tale pratica". In giornata l'Enpa (la Protezione animali) aveva fatto notare "un tragico silenzio assordante" da parte dell'Italia, dopo le dichiarazioni degli ambasciatori di Germania, Inghilterra e Stati Uniti contro la caccia ai delfini. Silenzio interrotto dalle parole di Giorgi. (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA