Porti: Trieste, da porto franco a aggregatore di innovazione
D'Agostino, il "tappo" Saipem? Un esempio di futuro possibile
21 settembre, 19:34"Il porto inteso solo come luogo di lavoro - ha detto D'Agostino - oggi non basta più. Deve reinterpretare la sua funzione, diventare un 'aggregatore', un soggetto capace di attrarre e mettere sinergie di interesse comune. Trieste può farlo, e la sua dimensione di porto franco certamente aiuta".
Può essere infatti questa una delle condizioni fondamentali per la quali alcune aziende siano disposte ad investire su questo territorio e non su altri., Come il caso di Saipem, per esempio, che ha fatto del porto di Trieste una delle sue sedi principali per quanto riguarda lo sviluppo della robotica e della ricerca. "Qui a Trieste - ha detto Massari - abbiamo il nostro famoso 'tappo' petrolifero messo a punto in seguito al disastro del pozzo Macondo, nel Golfo del Messico. La nostra tecnologia è unica al mondo, e abbiamo deciso di tenerla a Trieste proprio per la capacità che ha il nuovo porto di guardare al futuro".
Analoghi gli interventi di Casaleggi e Bologna. "Innovazione non è solo ricerca applicata, non è solo tecnologia - ha detto il presidente di Aiom -. Tutta la realtà della logistica per Trieste è fondamentale, e saperla declinare in termini innovativi significa, banalmente, essere più competitivi. Essere consapevoli che significa anche nuovi modelli di organizzazione e di innovazione sociale.". Trieste, non a caso capofila dei porti italiani, ha tutte le carte in regola per essere strategicamente all'avanguardia.(ANSA)