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Porti: Israele, crescita e progetti, con uno sguardo alla Via della Seta

Studio Srm su settore portuale: nel 2016 +6% traffico merci

23 giugno, 11:40
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 (ANSAmed) Napoli, 23 giu - Israele registra una crescita media annua del 4% nelle merci che transitano per i suoi porti, investimenti da quattro miliardi di dollari per la costruzione di nuovi terminal container, un forte protagonismo sia per i collegamenti marittimi che terrestri nella strategia cinese "One Belt One Road". Sono queste le principali linee che emergono dall'analisi di Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, del gruppo Intesa San Paolo) che ha dedicato al Paese un focus nel suo rapporto annuale sull'economia marittima. Israele è totalmente dipendente dai traffici marittimi visto che il 99% del volume del suo import-export passa per il mare e che il commercio estero rappresenta il 63% del Pil. Il trasporto marittimo nel Paese vale 157 miliardi di dollari l'anno. Una svolta nell'efficienza dei trasporti marittimi si è avuta, sottolineano gli analisti, dal 2005, quando il Paese ha avviato un programma di riforma portuale per incoraggiare il libero mercato. Il programma ha dato un'ulteriore spinta alla crescita del traffico merci nel Paese che nel 2016 ha raggiunto i 57 milioni di tonnellate (+6% rispetto all'anno precedente). In grande sviluppo i principali porti a partire da Haifa, il principale scalo, che movimenta 28 milioni di tonnellate di merci l'anno, il 51% del totale del Paese, seguito da Ashdod a quota 24 milioni di tonnellate: nel 2016 Ashdod ha registrato una crescita del 10,3%, mentre Haifa del 4,2%. Su container, i due principali scali israeliani movimentano attualmente 2,7 milioni di Teu l'anno e puntano a raggiungere quota 3,5 milioni entro il 2021, quando saranno finiti i lavori di potenziamento che li porteranno a ospitare navi fino a 18-19.000 teus. I due nuovi terminal container in costruzione, l'Haifa Bayport e il South Terminal di Ashdod, i cui lavori dovrebbero finire per il 2021, porteranno la capacità di Israele a 7 milioni di Teus, L'analisi di Srm sottolinea anche come Israele stia investendo nelle infrastrutture logistiche interne di supporto ai porti, con la costruzione di due nuove linee ferroviarie che collegheranno Haifa con i centri industriali e agricoli in Israele centrale e meridionale, mentre è in progettazione un collegamento ferroviario tra Tel Aviv ed Eilat sul Mar Rosso. Ed in grande sviluppo è anche il porto di Eilat, il gateway israeliano verso il Far East, una parte del mondo a cui Israele guarda con interesse per il progetto cinese delle "Vie della seta". L'analisi sottolinea come i porti israeliani possono essere centrali nei collegamenti tra l'Asia e il Mediterraneo, ma anche i collegamenti terrestri sono coinvolti come dimostra il protocollo che Cina e Israele hanno firmato nel 2014 per una ferrovia ad Alta Velocità di 300 chilometri tra il porto di Eilat sul Mar Rosso e il porto di Ashdod sul Mediterraneo. (ANSAmed).

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