Dovevano essere un itinerario di
contorno, sono state delle star a pieno titolo con impennate di
visitatori anche del 70% o addirittura raddoppi: sono gli otto
centri lotteschi che accompagnano la mostra "Lorenzo Lotto. Il
richiamo delle Marche" a Palazzo Buonaccorsi di Macerata. Oltre
a quelle arrivate da tutto il mondo per l'esposizione, le opere
del pittore veneto sono infatti 'sparse' in chiese e musei della
sua patria di elezione, dove morì, a Loreto, tra il 1556 e il
1557, come oblato della Santa Casa. Un 'museo diffuso' in otto
città, tra quelle più note - Ancona, Urbino, Jesi, Recanati,
Loreto - e piccoli centri da scoprire come Monte San Giusto,
Mogliano, Cingoli (Macerata).
A Monte San Giusto si trova Palazzo Bonafede, una delle
maggiori architetture del Rinascimento nelle Marche, insieme al
Palazzo Ducale di Urbino, e nella chiesa di Santa Maria in
Telusiano una intensa "Crocifissione" (1529-1530 circa),
inserita nella sua cornice originale, un'eccellenza
dell'ebanistica rinascimentale. A Mogliano, centro abitato di
stampo settecentesco, si può ammirare nel MASM (Museo Arte Sacra
Mogliano) la Pala dell'Assunta, ovvero "Madonna in gloria con
gli angeli e i santi Giovanni Battista, Antonio di Padova, Maria
Maddalena e Giuseppe". A Cingoli (Macerata), il "Balcone delle
Marche" per lo splendido scorcio panoramico, c'è la stupefacente
"Madonna del Rosario", esposta provvisoriamente nella Sala degli
Stemmi del Palazzo Comunale.
Urbino non ha bisogno di presentazioni: patrimonio Unesco,
città natale di Raffaello, è uno dei più bei centri
rinascimentali d'Italia. Tra le tante cose da vedere, il palazzo
Ducale con la Galleria Nazionale delle Marche con preziosi
dipinti di Piero della Francesca, Laurana e Raffaello e anche
"San Rocco" di Lotto (1549), acquistato dallo Stato nel 2007.
Proviene dalla chiesa anconetana di Posatora, ancora un
commissione nelle Marche.
Sono ben cinque le opere di Lotto a Jesi, custodite a Palazzo
Pianetti, sede dei Musei Civici. Furono realizzati tra il 1512 e
il 1539 per chiese locali: la grande pala d'altare della
"Deposizione", le due tavolette raffiguranti l'"Angelo
Annunciante" e la "Vergine Annunciata", la "Madonna delle Rose"
e la famosa pala di "Santa Lucia", uno dei capolavori
emblematici dell'arte di Lotto.
Così come emblematica è "L'Annunciazione" di Recanati, luogo
leopardiano per eccellenza, ma dove si può ammirare nel museo
civico di Villa Colloredo Mels un gruppo di straordinarie opere
lottesche. Si spazia dal capolavoro giovanile il "Polittico di
San Domenico" (1508), alla "Trasfigurazione di Cristo",
influenzata dal Raffaello ma di impostazione anticlassica, alla
tavoletta devozionale "San Giacomo Maggiore" fino all'
"Annunciazione": in un stanza ordinata irrompono Dio Padre che
sembra letteralmente tuffarsi dal cielo, e l'angelo, spaurito
dall'enormità di quanto sta avvenendo, un gatto nero fugge e
Maria, girata verso chi guarda, sembra volere fare lo stesso, ma
sa di non avere scampo.
Anche Ancona, il capoluogo delle Marche, è un luogo lottesco,
storicamente legata da rapporti con Venezia e con l'altra sponda
dell'Adriatico. Nella Pinacoteca comunale, tra capolavori di
Tiziano, Crivelli, Andrea Lilli, Sebastiano Del Piombo,
Francesco Podesti, c'è anche la "Sacra Conversazione", detta
anche "Pala dell'Alabarda" di Lotto, commissionata nel 1538 per
la chiesa di Sant'Agostino, dagli straordinari effetti
chiaroscurali. A poche centinaia di metri, nella chiesa di San
Francesco alle Scale, la "Pala dell'Assunta" dipinta nel 1550. E
infine la Loggia dei Mercanti, in stile gotico, dove nel 1550 si
svolse la lotteria dei dipinti di Lotto.
A Loreto, sede dal Medioevo del Santuario della Santa Casa,
si trovano le sette le opere realizzate per l'antica Cappella
del Coro, alcune delle quali eseguite dal pittore negli ultimi
anni della sua vita, comprese l'"Adorazione dei Magi" e la
"Presentazione di Gesù al tempio", indicate come le ultime in
assoluto. Un'altra grande tavola di Lorenzo Lotto "San
Cristoforo con Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano"
(1532-1533 circa) può essere ammirata nella basilica della Santa
Casa, dove è stata ricollocata dopo un intervento conservativo a
fine luglio 2018.
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