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L'altra America di Minervini a Cannes

Cinema

L'altra America di Minervini a Cannes

In concorso a Un certain regard Louisiana, in sala dal 28 maggio

22 maggio 2015, 15:08

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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''Racconto un'America poco conosciuta ma tutt'altro che marginale, e' l'America poverissima delle provincie dove microcomunita' sopravvivono allieviando i loro dolori con metanfetamine legali e l'America dei gruppi para-militari che si addestrano pensando ad Obama come obiettivo da colpire'', dice all'ANSA Roberto Minervini, il 'quarto' italiano del festival di Cannes, oggi in concorso a Un Certain regard con Louisiana (The Other Side) in sala da Lucky Red il 28 maggio. Minervini, marchigiano di Fermo, 44 anni, considerando un bel nuovo talento, vive in America a Houston con la moglie texana.
    ''Ho fatto tanti lavori all'estero, mi considero un migrante.
    All'inizio non pensavo neppure di fare questo lavoro, il cinema, il documentario si e' impossessato di me. Tutto parte da mie ricerche personali, la macchina da presa e' venuta ben dopo''.
    Minervini, che era stato a Cannes nel 2013 fuori concorso con Stop The Pounding Heart - Trilogia del Texas, Atto III, potrebbe girare in Italia il nuovo film. ''Con i miei produttori che sono anche italiani ne stiamo parlando da tempo'', anticipa. Louisiana colpisce: e' una narrazione che usa il linguaggio del documentario. ''E' tutto assolutamente vero quello che mostro. Io sono entrato in contatto con queste comunita', le ho conosciute a fondo, ho avuto la loro fiducia e il permesso di filmare''. E' un'America, spesso terra di nessuno, che cova la rabbia piu' violenta. E i recentissimi episodi non sono che un esempio. Minervini ha seguito da ottobre 2013 ad agosto 2014 una comunita' che vive ''in Louisiana in una sorta di terra di nessuno, con un 60% di disoccupazione. Sono piccoli gruppi che cercano di sopravvivere, rimanere a galla, proteggere le loro famiglie e il loro territorio, persone pronte anche a far esplodere violentemente la loro rabbia nei confronti delle istituzioni che non li rappresentano affatto''. Fanno un grandissimo uso di droghe tutti, dai piu' grandi ai ragazzi, si tratta di metanfetamine legali che li rendono anche disinibiti, ecco perche' nel documentario si vedono anche una coppia fare sesso o una ragazza incinta che si droga prima di mettersi su un tavolo di un bar a far la lap dance con gli avventori che le infilano denaro negli slip. ''nessuna finzione'', precisa.
    ''Queste persone sono per me anche la rappresentazione di quanto l'America sia un paese in corto circuito'', aggiunge. C'e' poi l'inquietante racconto dei para-militari, che si addestrano come per andare in guerra. ''Siamo in un paese armato, un focolaio pronto ad incendiarsi. Questi gruppi esistono e sono numerosi anche se poco noti in Italia''. Il film e' un documentario che Minervini definisce ''politico, un film in cui violenza e disperazione sono protagoniste''. Il regista racconta di essere stato in passato anche invitato a documentare manifestazioni armate di para-militari non autorizzate davanti alla Casa Bianca.
    Louisiana, una produzione italo-francese (Agat Films & Cie, Okta Film in coproduzione con ARTE France Cinema con Rai Cinema e con la partecipazione di MYmovies.it) mette in scena (''con il mio filtro, il mio occhio e qui sta la finzione'') un territorio invisibile, ai margini della societa', sul confine tra illegalita' e anarchia. ''Non vogliono essere invisibili, forse anche per questo mi hanno accolto. In questa umanita' nascosta si aprono gli abissi dell'America di oggi'', conclude il regista, laureato in Economia e Commercio ad Ancona, specializzato in Storia del cinema a Madrid e in Media Studies all'University di New York, ex professore di regia a Manila.
   
   

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