Dopo il successo di due anni
fa, l'arte marchigiana torna a Buenos Aires, e lo fa nel
prestigioso 'Museo Nacional de Arte Decorativa', dove fino al 30
novembre vengono presentati 36 capolavori nell'ambito della
seconda edizione della mostra 'Meraviglie delle Marche'.
L'esposizione, nata dalla collaborazione tra la Regione e
l'Ambasciata d'Italia in Argentina, presenta 36 opere di pittori
come Tiziano, Barocci, Zuccari, Guercino e Lotto. "Nella prima
edizione la mostra venne visitata da 80 mila persone", ha detto
durante un incontro con i media locali l'ambasciatore Teresa
Castaldo, presentando le 36 opere conservate nei musei delle
Marche e che ora "hanno attraversato l'Oceano fino a Buenos
Aires".
L'ambasciatore ha inoltre ricordato la consistente comunità
marchigiana in Argentina e la figura dell'architetto Francesco
Tamburini. Nato a Jesi e giunto nel Rio de la Plata nel 1881,
Tamburini ha lasciato un'impronta profonda a Buenos Aires, per
esempio nella Casa Rosada e nel Teatro Colon.
"Questa seconda parte della mostra sarà sicuramente migliore
della prima", ha assicurato a sua volta il direttore del Museo,
Alberto Bellucci, ricordando le 'Meraviglie delle Marche - I',
l'esposizione del 2012 organizzata sempre a Buenos Aires.
In rappresentanza del presidente della Regione, Gian Mario
Spacca, l'assessore all'Agricoltura e Ambiente, Maura Malaspina,
ha messo in risalto "la vicinanza della regione all'Argentina",
dove risiede in effetti gran parte (circa il 44%) dei
marchigiani residenti all'estero.
Il curatore, Stefano Papetti, ha tra l'altro segnalato alla
stampa argentina la posizione geografica strategica delle Marche
in Italia, che nel corso dei secoli ha favorito i contatti con
artisti provenienti da altre città d'Italia. Quest'ultimo
aspetto è stato ripreso dal quotidiano Ambito Financiero, che ha
inoltre messo in risalto "lo splendore dell'arte religiosa
italiana". Il portale Infobae ha ricordato che l'esposizione
rappresenta "il meglio dell'arte italiana". La mostra e' stata
dichiarata d'interesse nazionale dal governo argentino.
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