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Adriatico-Ionica: Serracchiani, macroregioni per unire Ue

Gozi, bene Italia per status Paese candidato Bosnia-Erzegovina

Oggi realmente "le macroregioni promosse dalla Ue, come quella Adriatico Ionica/Eusair (cui aderisce anche il Friuli Venezia Giulia), possono rappresentare l'anticorpo alla frammentazione dell'Europa". Lo ha detto la presidente FVG Debora Serracchiani che è intervenuta, nella sede dell'Emilia-Romagna, al convegno sui possibili progressi della strategia adriatico-ionica a due anni dal lancio ufficiale di questa quarta strategia europea, accanto a quelle imperniate sullo scacchiere baltico, quello danubiano e alpino.
    Possibili progressi che però oggi non sembrano tali come hanno indicato l'assessore regionale Politiche europee Emilia- Romagna Patrizio Bianchi, l'europarlamentare Ivan Jakovcic (ex presidente Regione Istria), l'assessore politiche Ue Regione Marche, Manuela Bora, il responsabile rapporti con Ue dell'isola di Creta, George Alexakis, e il presidente Regione Dubrovnik- Neretva, Nikola Dobroslavic.
    La presidente Serracchiani ha ribadito che se a livello Ue è carente la capacità progettuale e di finalizzazione di risorse finanziarie per "costruire l'Europa", la strategica Eusair "ha invece visione e idee, pur non avendo ancora a disposizione i fondi necessari per sviluppare programmi e iniziative".
    Eusair (con Regioni di otto Paesi: Italia, Albania, Bosnia- Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Serbia e Slovenia) che non può venire considerata "area periferica" della Ue, ma centrale in Europa, "che meriterebbe attenzione proprio dalla Commissione europea, se non lo fanno i Governi nazionali". E nell'ambito dell'Adriatico Ionica il FVG "ha idee chiare", ha rimarcato Serracchiani. Ad iniziare dall'esigenza di attuare una strategia all'insegna della "connettività", per il miglioramento dei collegamenti e delle reti di trasporto ed energetiche. In questo contesto, ha affermato, "un ruolo prioritario deve essere assunto dal sistema portuale, scali dai quali far partire i grandi corridoi europei di trasporto, e dal range ferroviario.
    Storicamente le rotaie servivano a marcare, dividere gli Stati; ora le ferrovie risultano indispensabili per unire le aree transfrontaliere" all'interno in particolare di Eusair, "rammendando l'esistente".
    Politiche regionali e di coesione possono ancora "trascinare" verso la Ue Paesi e regioni che "da soli non ce la posson fare".
    Per questo è necessaria un'iniziativa molto forte da parte della Commissione europea, anche nei confronti delle macrostrategie di matrice regionale, in quanto non può più bastare il Piano di investimenti Europa (il Piano Junker), proposto a fine 2014.
    A maggior ragione proprio nel territorio adriatico ionico (area con 70 milioni di abitanti), "il secondo Paese Ue dopo la Germania", come ha detto in videoconferenza il sottosegretario Sandro Gozi, annunciando la positiva posizione dell'Italia per lo status di Paese candidato della Bosnia-Erzegovina), che in questi ultimi periodi non può che definirsi una "zona delicata" sul tema dell'immigrazione lungo una rotta balcanica che tocca molte regioni Eusair.
    "Eusair, infatti - ha rilevato la presidente Serracchiani - può essere utilizzata per creare quelle condizioni di dialogo che mi pare stiano mancando a livello di Ue e di Stati sul tema immigrazione, per ricercare soluzioni anche in termini di integrazione e accoglienza". (ANSA).
   

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