L'inchiesta della Procura di Pesaro,
che ha portato la Procura antidoping di Nado Italia a indagare i
nuotatori azzurri Filippo Magnini e Michele Santucci, riguarda
un presunto commercio di sostanze anabolizzanti, medicinali
guasti e imperfetti. Nell'aprile 2016 la Procura aveva chiesto
una misura cautelare interdittiva nei confronti del medico
nutrizionista Guido Porcellini, e la misura dell'obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria per il dirigente di rugby
Antonio Maria De Grandis. Il gip, pero', aveva respinto
l'istanza cautelare. "Alcuni dei prodotti sequestrati - aveva
precisato la Procura dopo che si era diffusa la notizia di un
coinvolgimento di Magnini - sono stati offerti all'atleta; in
base alle evidenze di indagine, non risulta siano stati
assunti". Le indagini erano proseguite con il sequestro di altre
sostanze: per alcune, le analisi avevano accertato
l'appartenenza a classi di doping, per altri era stata esclusa
la natura di sostanza dopante, pur essendo in alcuni casi
medicinali "guasti o imperfetti". I destinatari dei prodotti
erano persone residenti in varie parti di Italia e pazienti del
medico.
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