Un'Europa calda, che faccia di nuovo innamorare i suoi cittadini, in cui l'Italia deve rimanere con il suo ruolo da leader, ma anche un'Unione europea in cui il rispetto delle regole sia uguale per tutti, come per la questione migranti. Da Portonovo di Ancona, la Fondazione Aristide Merloni ha lanciato la sua idea per 'Il destino dell'Europa', primo di una tre giorni fra Ancona, Fabriano (Ancona) e San Ginesio (Macerata) in cui disegnare un progetto di rinascita per l'Appennino dopo il terremoto, in cui coinvolgere finanziatori privati e che non può prescindere dal rapporto con Bruxelles. Una resurrezione che, per Enrico Letta, può essere favorita "nella finestra stretta dopo le elezioni in Germania per creare un'Europa in cui ci sia più partecipazione", che sia soprattutto fatta di "solidarietà", specie sui migranti, e che "sia l'occasione per creare un'Europa calda e non fredda, che alla fine ci spaventa tutti". Non si può accettare, ha aggiunto, "che uno Stato come l'Ungheria non prenda la sua quota di rifugiati rispetto a quelli che sono entrati negli altri Paesi, come Italia e Germania, e dica che gli interessa solo prendere i fondi strutturali dall'Europa". Il contraltare sulle quote è toccato al giornalista Ferruccio De Bortoli, secondo cui "prima o poi sarà necessario affrontare il tema del limite" anche se "dal presidente francese Macron ci aspettavamo che accogliesse una nave con i migranti a Marsiglia". Il rilancio, da parte dell'economista Daniel Gros è sull'idea, condivisa con Letta, "della necessità di creare una vera guardia costiera europea, che si prenda cura del Mediterraneo e che poi possa distribuire le persone arrivate su tutto il territorio Schengen". In questo contesto, per Romano Prodi, già alla guida della Commissione Ue, "non è concepibile che l'Italia sia fuori dal gioco europeo, fuori della guida a 28 perché sarebbe la rovina del nostro Paese. Questo però significa disciplina, serietà e rispetto delle regole".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
