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Sisma, sit-in davanti Regione Marche

sit-in protesta davanti alla regione 

Sisma, sit-in davanti Regione Marche

Striscioni: 've serve una scossa'. Terremotati, noi abbandonati

ANCONA, 22 febbraio 2017, 12:14

Redazione ANSA

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Terremoto: sit in terremotati in Regione - RIPRODUZIONE RISERVATA

Terremoto: sit in terremotati in Regione - RIPRODUZIONE RISERVATA
Terremoto: sit in terremotati in Regione - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arriva in Regione la protesta dei terremotati marchigiani per denunciare i ritardi della ricostruzione. "Ci sentiamo abbandonati. I politici devono dimostrare competenze con i fatti e non con chiacchiere": le parole di Claudio Bellini, imprenditore di Ussita, sintetizzano il senso del sit-in sotto la sede regionale promosso da 'Terre in Moto', rete composta da varie realtà sociali. Presenti circa 100 persone tra cui sfollati che hanno perso tutto e vivono in albergo o da amici e parenti anche perché delle casette ancora non c'è traccia. Persone - 25 mila coinvolti in 87 Comuni del cratere - che aspettano risposte e vogliono essere ascoltati. Intanto si apre una polemica sulle frasi, riportate da 'Panorama', che il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani avrebbe detto in una riunione ad Ancona il 15 febbraio, parlando di "fallimento dello Stato" nella gestione post-sisma. Errani, ha poi precisato il suo ufficio stampa, "non ha parlato né di drammi, né tanto meno di 'fallimenti dello Stato', assolutamente inesistenti" ma semplicemente "sottolineato l'esigenza concreta di moltiplicare gli sforzi per accelerare".

Oltre a pensare all'emergenza, ha ammesso l'assessore regionale alle Infrastrutture Angelo Sciapichetti in un'audizione in Commissione Ambiente della Camera, serve "ripensare a come rimettere in piedi l'economia" visto che nelle Marche si è già "registrato un crollo delle prenotazioni alberghiere". Nello stesso contesto Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci Marche, ha espresso la necessità di esonerare i Comuni colpiti dal sisma dai vincoli di bilancio 2017. Una situazione pesante, insomma, che ha spinto i terremotati alla protesta in Regione. "Ve serve una scossa" hanno scritto in cartelli arancioni, come le pettorine indossate, per denunciare "l'incompetenza" della Regione.

"Vergogna", ha gridato al microfono una fotografa di Bolognola, ricordando come alcuni residenti abbiano provveduto da sé a costruire soluzioni abitative d'emergenza e stalle. "La terra trema ma noi no! Daje Marche", recitava un altro striscione. Una delegazione ha poi incontrato Cesare Spuri, direttore dell'ufficio speciale per la ricostruzione, presentandosi con un 'decalogo' di istanze: dall'istituzione di un tavolo per la partecipazione delle popolazioni alla gestione post-sisma alla velocizzazione della predisposizione dei moduli provvisori per gli allevatori fino alla deroga a norme per realizzare in autonomi moduli abitativi. L'incontro è stato "utile", secondo Spuri, che ha ricordato come lo scenario di "devastazione causato da eventi sismici e neve" abbia "aggravato il percorso". In ogni caso "la Regione non ha mai abbandonato nessuno e il dialogo con Comuni e amministratori è costante". "L'obiettivo - ha osservato - è riportare gli sfollati nei territori di appartenenza tenendo conto che dobbiamo rispettare le leggi, che hanno dei tempi". Alle accuse di "assenza" mosse alla Regione e al suo presidente Luca Ceriscioli, ha replicato: "dal 24 agosto lavoriamo tutti i giorni per fare tutto il possibile", il "presidente e l'assessore Sciapichetti hanno girato come 'trottole'". La Regione aprirà altri uffici informazione sul territorio. E questo è il punto sugli alberghi che ospitano terremotati: di 312 fatture registrate ne sono state pagate 198 (14,5 milioni di euro); delle strutture non pagate, 30 si sono 'iscritte' tra gennaio e febbraio e sono da contrattualizzare. Quanto ai posti letto, di 5.500 ospitati, 4.000 sono confermati e 1.200 in attesa. La Regione punta comunque a non far spostare le persone.

Gli sfollati difendono i sindaci: "Sono stati trattati come zerbini", attacca Vinicio Vallesi di Fiastra che ha perso un mini-market e l'abitazione. "Mi fanno quasi pena e li capisco - dice il commerciante che vive in campeggio a Porto Recanati -. Quando chiedi informazioni sulla collocazione dei container per l'attività, non sanno cosa dire, non hanno poteri. Dovrebbero consegnare la fascia tricolore e la chiave al Prefetto". "Quella casa era la mia vecchiaia - sussurra Silvana che come Antonio possedeva una casa a Montegallo dove ora vivono solo otto famiglie -, delle soluzioni promesse dopo il sisma, non si è vista una virgola".

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