Una Norma mai così cosmica e umana, inquadrata in uno scenario
fisso di corde intrecciate, ispirate alle opere dell'artista
sarda Maria Lai, che ricoprono l'enorme muro del palco, fili
metaforici di un destino tessuto, squarciato e riannodato dalla
protagonista. Sarà così domani, all'Arena Sferisterio, la messa
in scena della Norma di Bellini dei due registi siciliani Luigi
Di Gangi e Ugo Giacomazzi, seconda opera in cartellone dopo
l'Otello di Verdi del 52/o Macerata Opera Festival. "Quello di
Norma, in fondo - dicono i registi - è il sogno semplice di ogni
donna: avere un amore e una famiglia, che le è precluso dai suoi
voti sacerdotali e dal conflitto tra il suo popolo, i Druidi, e
i Romani invasori, di cui ama il proconsole Pollione. Per
questo, nel preludio, la immaginiamo sul palco giocare serena
con l'amato e i figli avuti da lui, che invece nella vita è
costretta a nascondere. Per lei abbiamo voluto evocare un finale
sospeso, che anziché vederla perire sul rogo con l'amato, la
vede uscire di scena insieme a Pollione".
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