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Cassazione annulla confisca Lisippo

lisippo, e' tutto da rifare

Cassazione annulla confisca Lisippo

Vizio procedurale, il caso torna al Gip di Pesaro

PESARO, 27 dicembre 2015, 17:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tutto da rifare se l'Italia vuole riavere indietro la statua di Lisippo. La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di confisca dell'Atleta Vittorioso, la statua attribuita allo scultore greco Lisippo, dagli anni '70 proprietà del Paul Getty Museum di Malibù. Dopo otto anni di battaglie per la restituzione del bronzo, ripescato nel 1964 da un peschereccio di Fano e poi esportato illegalmente, si riparte da zero. La decisione della Cassazione era attesa, dopo il pronunciamento della Corte costituzionale che ha ritenuto nulle le udienze in camera di consiglio a Pesaro per vizio procedurale. La Consulta, chiamata a pronunciarsi sul punto dalla Cassazione, ha avallato con la sentenza 109/2015 gli orientamenti della Corte europea dei diritti dell'uomo, che impongono l'udienza pubblica, mentre nel processo per il Lisippo tutto si è svolto in camera di consiglio, cioè a porte chiuse, come previsto dal Codice di procedura penale.

La Consulta ha ritenuto incostituzionale il comma 3 dell'art. 666 Cpp che imponeva la camera di consiglio. Dunque si torna davanti al Gip pesarese, dove il procedimento è cominciato. Nel 2008 il giudice delle indagini preliminari aveva affrontato il ricorso della procura, su istanza dell'associazione culturale le Cento Città, che chiedeva la confisca del Lisippo in quanto bene indisponibile dello Stato italiano esportato illecitamente. Il Gip dell'epoca, Daniele Barberini, rigettò la richiesta, mentre nel febbraio 2010 un secondo Gip, Lorena Mussoni accolse il ricorso proposto dal pm Silvia Cecchi e ordinò la confisca dell'opera. I difensori del museo californiano, gli avvocati dello studio legale Gaito, fecero ricorso davanti ad un altro Gip, chiedendo la sospensiva dell'ordinanza, senza ottenerla. Successivamente il Getty si è rivolto alla Cassazione, lamentando un'istruttoria incompleta e superficiale: a quel punto la Cassazione rinviò tutto ad un nuovo Gip per procedere con un nuovo incidente di esecuzione. Anche in questo caso, dopo aver ascoltato tutte le parti, compresi dunque i responsabili del museo Usa, il Gip Maurizio Di Palma confermò la confisca del bronzo, perché - scriveva -,''...deve ritenersi accertata l'esistenza di un preciso collegamento tra il reato di esportazione clandestina e l'attuale detentore del bene'', ossia il Paul Getty Museum.

Alberto Berardi dell'associazione Cento città non si dà per vinto: ''Non siamo demotivati nel continuare la battaglia. Ricominceremo a battere i pugni sul tavolo per riavere il Lisippo, un'opera esportata clandestinamente ed appartenente allo Stato italiano, e alla città di Fano in particolare. Vedremo se oltre al procedimento giudiziario potremo instaurare una trattativa con il museo californiano per riaverla indietro, così come avvenuto per altre opere tornate in Italia''. L'Atleta vittorioso, o 'Atleta di Fano', venne ripescato casualmente in Adriatico nel settembre del 1964 dal peschereccio fanese 'Ferruccio Ferri' del capitano Romeo Pirani. Il bronzo è più volte scomparso e riapparso sul mercato illegale delle opere d'arte, fino ad approdare, al prezzo di 3 milioni e 900 mila dollari, fra i beni del Museo Getty, che lo espose per la prima volta nel 1974. 

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