"Il lavoro d'inventario delle opere
d'arte nelle chiese fatto dalle diocesi, che non è terminato e
ha interesse e costi non indifferenti, è stato svolto grazie
all'otto per mille". Lo ha sottolineato oggi l'arcivescovo di
Ancona Osimo card. Edoardo Menichelli, nel corso della
conferenza stampa in cui i carabinieri del Nucleo tutela
patrimonio culturale di Ancona hanno illustrato il recupero di
241 oggetti in stragrande maggioranza di pertinenza
ecclesiastica, rubati o indebitamente alienati, di cui 141
provenienti da chiese marchigiane. Molti di questi sono stati
individuati grazie alla catalogazione.
"A volte si parla dell'otto per mille come di un'indebita
donazione - ha osservato in relazione al lavoro d'inventario
degli oggetti d'arte - ma sono stati i credenti italiani a dare
un contributo importante. Di queste somme, 110-120 milioni di
euro sono stati impegnati per i beni culturali". Il cardinale
non ha nascosto la propria soddisfazione per il recupero degli
oggetti d'arte (dipinti, statue, tabernacoli, candelieri in
alcuni casi spariti da oltre 30 anni), mettendo l'accento su tre
parole: inventariazione, custodia e "corresponsabilità che deve
diventare sinergia". Innanzitutto l'importanza dell'inventario
che gli uffici beni culturali delle diocesi stanno completando e
che dovrebbe "dare uno sguardo anche ai beni immobili". La
custodia che, oltre ai parroci, "dovrebbe essere vissuta dalla
collettività, come un "popolo dell'attenzione", per amare e
proteggere le opere con "passione comunitaria". Poi ha parlato
di "corresponsabilità che deve diventare sinergia" riferendosi
anche a casi in cui religiosi, "non con mala intenzione ma
magari per insipienza", abbiano alienato o comunque lasciato
dalle uscire dalle chiese oggetti d'arte ecclesiastici.
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