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Maxifrode su prezzo carburanti,3 arresti

Maxifrode su prezzo carburanti,3 arresti

Sequestrati beni per 8,6 milioni di euro

ANCONA, 31 luglio 2015, 16:30

Redazione ANSA

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La Guardia di Finanza di Ancona ha scoperto una maxi frode nella commercializzazione di 24 milioni di litri di carburante. Coordinata dalla Procura di Macerata, l'operazione "Caravan Petrol" si è conclusa con tre arresti e il sequestro di beni per oltre 8,6 milioni di euro ai 18 indagati. Il gruppo criminale aveva creato 7 società fittizie finte esportatrici di benzina: non pagavano l'Iva, e vendevano carburante ai distributori a prezzi concorrenziali.

Il meccanismo scoperto dalla Guardia di finanza ha consentito di porre fine ad una delle più ingenti frodi fiscali nel settore dei prodotti petroliferi degli ultimi anni. I tre arrestati, tre pregiudicati per reati specifici residenti a Civitanova Marche, nel Teramano e nel Napoletano, avevano dato vita nelle rispettive province a sette società 'cartiera', cioè fittizie. Solo sulla carta, le società acquistavano carburante da varie raffinerie italiane (risultate estranee alle indagini), simulando di essere abituali esportatrici all'estero, per poter godere dell'esenzione del pagamento dell'Iva. Prima di volatilizzarsi senza versare le imposte, le aziende 'cartiera' cedevano gasolio e benzina sottocosto ad società compiacenti, che operano effettivamente nella distribuzione del carburante lungo strade e autostrade. Queste ultime società mettevano poi in vendita il carburante alla pompa a prezzi leggermente inferiori a quelli di mercato, con margini di profitto tutti in danno della concorrenza.

Sui benzinai sospettati di acquistare e rivendere il carburante acquisito in modo illecito gli accertamenti sono ancora in corso: si tratta di una cinquantina di distributori di Marche (cinque impianti), Lazio, Campania, Puglia, Abruzzo, Calabria e Molise. Ai tre arrestati, che hanno ottenuto i domiciliari, e agli altri 15 indagati le Fiamme gialle hanno notificato in queste ore il sequestro per equivalente di 21 immobili (per un valore di 1,4 milioni di euro), 7 autovetture e 70 conti bancari. Le ipotesi di reato formulate dal procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla truffa aggravata ai danni dello Stato. Sul fronte di possibili violazioni alla norme sulla libera concorrenza gli approfondimenti proseguono. 

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