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Diabete, nuova cura a Torrette

Diabete, nuova cura a Torrette

Trapianti isole pancreatiche,70% pazienti no insulina per 1 anno

ANCONA, 04 giugno 2015, 17:31

Redazione ANSA

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Partirà a luglio nell'Ospedale regionale di Torrette la sperimentazione del trapianto di isole pancreatiche per curare pazienti affetti da diabete mellito tipo I. L'ha annunciato oggi, in un incontro con la stampa, il direttore generale dell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona Paolo Galassi, precisando che l'iniziativa nasce da un accordo con l'Ospedale Niguarda di Milano, dove dal 2009 si sperimenta questa terapia grazie alla presenza di una Banca dei Tessuti autorizzata dal Centro nazionale trapianti. In Italia sono oltre tre milioni e 200 mila le persone affette da diabete, di cui 75 mila nelle Marche, con una media del 5% rispetto a quella nazionale del 5,4%. Gli Ospedali Riuniti diventerebbero così il Centro di riferimento di questa nuova cura (attuata per ora solo al Niguarda e al San Raffaele di Milano) per tutto il centro e il sud Italia. "In Italia si prevede che da qui al 2025 i casi aumenteranno di un milione", ha detto Alessandro Scalise, della Clinica di Chirurgia plastica dell'Università Politecnica delle Marche. Il trapianto di isole pancreatiche, prelevate dal pancreas di donatori morti e lavorate al Niguarda, ha spiegato Antonio Benedetti, direttore della Clinica di Chirurgia plastica, può essere effettuato o per via endovenosa, attraverso la vena porta, o con infiltrazioni nella fascia sottomuscolare dell'avambraccio, che in questo momento è il metodo più innovativo in corso di sperimentazione. Il numero di isole sufficienti a ripristinare la normale glicemia del paziente è di circa 6.000/10.000 per ogni kg di peso corporeo. Si applica generalmente a pazienti giovani e nel 70% dei casi sperimentati, ha spiegato Federico Bertuzzi, diabetologo del Niguarda, consente per un anno di abolire completamente l'apporto d'insulina, percentuale che si riduce al 50% se il periodo esaminato è di cinque anni. "Occorre ricordare però - ha ammonito Francesca De Pace, coordinatrice del Centro regionale Trapianti degli Ospedali Riuniti - che per questa pratica occorrono dei donatori di pancreas e diverse figure professionali, dal diabetologo al chirurgo plastico per le infiltrazioni, assieme a tutte quelle che lavorano nei centri trapianti". La metodica, ha aggiunto Galassi, potrebbe usufruire dei fondi Ue del Piano Horizon 2020 per la Ricerca e l'Innovazione. "Un grande progetto - ha commentato il rettore dell'Ateneo dorico, Sauro Longhi - perché sui nuovi materiali, anche biologici, si gioca il nostro futuro".

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