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Morta in Nepal speleologa Ancona Gigliola Mancinelli, Giuseppe Antonini si è salvato

Anche altri tre marchigiani scampati al sisma

Gigliola Mancinelli e Oskar Piazza, i due speleologi italiani morti nella frana provocata dal terremoto in Nepal, che ha sepolto il villaggio di Langtang, "erano due pilastri del Soccorso Alpino". E' il ricordo commosso del vice presidente e portavoce del Soccorso Alpino (Cnsas) delle Marche Paolo Cortelli Panini. Piazza, vice direttore della Scuola Nazionale Forre, era un tecnico di elisoccorso, uno dei massimi esperti della movimentazione. La Mancinelli, medico anestesista presso il polo cardiologico Lancisi dell'Azienda Ospedali riuniti di Ancona, era volontaria presso l'elisoccorso di Fabriano e istruttore medico del Soccorso Alpino. "Due persone - aggiunge Cortelli Panini - che hanno dedicato la loro vita a portare soccorso agli altri. Lasciano vuoti che non porranno essere colmati, non solo dal punto vista umano ma anche operativo".

"Disponibile, generosa" e ancora "appassionata della sua attività come medico-speleologocollaboratore del Corpo nazionale del Soccorso Alpino".

E' l'immagine che emerge dalle testimonianze di chi ha conosciuto

Gigliola Mancinelli, il medico anestesista di 51 anni di Ancona,

morta sotto la frana provocata dal sisma nel Nepal, che ha
seppellito il villaggio di Langtang. Con lei c'erano il trentino
Oskar Piazza, il ligure Giovanni (Nanni) Pizzorni e Giuseppe
(Pino) Antonini, come lei anconetano e suo amico di vecchissima
data. Piazza è morto con lei sotto le macerie, gli altri due
sono riusciti a uscirne.
E' affranta la madre di Pino, Romilda, che pure tira un
sospiro di sollievo per il figlio: "da noi era di casa da almeno
30 anni, lei e Pino erano come fratelli. Per me era come una
figlia, disponibile, generosa, mi ha aiutato più di una volta".
Gigliola, che abitava al confine fra i Comuni di Agugliano e
Polverigi, lascia due figli, un maschio e una femmina, di 15 e
10 anni, un marito anche lui medico Mario Burchiani, da cui era
separata, e il padre anziano e malato. "E' una tragedia. In
queste ore - racconta ancora Romilda - non faccio altro che
pensare a quei due ragazzini. E aspetto Pino, tornerà con
qualche graffio, ma quello che temo di più sono le ferite che
avrà dentro". Dopo quasi due giorni di angoscia, Antonini è
riuscito a mettersi in contatto con la compagna e con i
familiari.
La Mancinelli era medico anestesista in servizio preso la
rianimazione del polo cardiologico Lancisi: "Abbiamo sperato
fino all'ultimo che non fosse lei" riesce solo a dire il
primario Cristopher Munch. Ma era anche volontaria presso la
base del'elisoccorso di Fabriano. "Ho ancora sul telefonino gli
Sms che Gigliola mi ha mandato prima di partire: mi aveva
chiesto un cambio di turno, ci teneva tanto ad andare..." dice
il dottor Germano Rocchi, responsabile del servizio di
elisoccorso delle Marche, che la definisce "una bravissima
anestesista e una carissima collega".
"La conoscevo dagli anni della specializzazione ad Ancona -
ricorda -. Aveva una grande passione per la speleologia: quando
abbiamo aperto la base di Fabriano lei, che faceva già parte del
Corpo nazionale del Soccorso Alpino, era l'unica già in possesso
del brevetto per poter operare con il verricello". La stessa
passione per la speleologia, coltivata fin da giovanissima, che
l'aveva portata a conoscere Pino Antonini, nell'ambito del
Gruppo Speleologico Marchigiano, dove tantissimi giovani hanno
imparato a frequentare grotte e caverne, forre e montagne.
Antonini fa parte della squadra di istruttori che addestrano
l'equipe di Rocchi, e il medico conosceva bene anche l'altra
vittima della spedizione in Nepal, Oskar Piazza, del Soccorso
Alpino del Trentino Alto Adige. "Noi non avevamo esperienza di
missioni Sar, e nel 2010 Piazza è stato il nostro primo
istruttore. Erano persone esperte, portavano soccorso nelle
valanghe, e invece...".  

 Tre turisti marchigiani sono scampati al sisma. Sono l'avvocato anconetano Francesco Tardella, specializzato in diritto fallimentare ed ex presidente del Rotary Ancona-Conero, e due turiste senigalliesi, Claudia Greganti, 38 anni, e Tiziana Cimarelli, di 58. I tre si trovavano a bordo di una jeep con l'autista e una guida turistica quando, all'improvviso, sono stati travolti da una frana. A parte lo choc e qualche escoriazione, stanno tutti bene. Erano diretti da Kathmandu a Chitwan, dove si trova un parco nazionale. I tre sono poi riusciti a mettersi in contatto con i familiari per rassicurarli. Al momento non si sa quando rientreranno in Italia.
   E stanno bene due amici alpinisti di Fano, Pietro Marcucci e Luca Cantiani, che si trovano in questo momento ai piedi dell'Everest. Erano arrivati in Nepal una settimana fa e secondo i programmi in questi giorni avrebbero dovuto impostare la scalata per la cima più alta del mondo ma ora, con il terremoto e la tragedia della valanga che ha travolto e ucciso 18 persone impegnate nella scalata, hanno rinunciato ai loro programmi e stanno preparandosi per il rientro in Italia. Da quanto si è appreso, Marcucci e Cantini non hanno mai corso alcun rischio né si sono trovati coinvolti nei danni provocati dal terremoto. Ora stanno cercando un volo per un rapido rientro in Italia.

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