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Pd deposita richiesta dimissioni Spacca

regionali

Pd deposita richiesta dimissioni Spacca

Mozione sfiducia politica per governatore Marche

ANCONA, 22 aprile 2015, 15:52

Redazione ANSA

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Regioni: giunta Marche e presidente Spacca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Regioni: giunta Marche e presidente Spacca - RIPRODUZIONE RISERVATA
Regioni: giunta Marche e presidente Spacca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si dimetteranno lunedì i cinque assessori del Pd della giunta regionale delle Marche, dopo il documento di sfiducia presentato dai partiti del centrosinistra nei confronti del governatore uscente Gian Mario Spacca, che si ricandida per il terzo mandato ma con un'alleanza composta da Marche 2020-Ap e e Fi.

''Responsabili fino all'ultimo minuto'', i cinque assessori del Pd nella giunta regionale delle Marche sono pronti a partecipare all'ultima eventuale giunta che il presidente Gian Mario Spacca dovesse convocare lunedì, poi, ''comunque entro lunedì'', si dimetteranno dall'esecutivo ''per dignità e rispetto nei confronti degli elettori''. Visto che Spacca, pur sfiduciato, ha deciso di restare al suo posto fino al giorno delle elezioni, ricandidato non più con il centrosinistra ma con Marche 2020-Ap e Fi. Inizialmente annunciate per oggi, le dimissioni di Antonio Canzian, Pietro Marcolini, Sara Giannini, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani saranno formalizzate solo il 27 aprile proprio per poter garantire l'approvazione di ultimi eventuali atti fondamentali, hanno spiegato il segretario regionale Dem Francesco Comi e il capogruppo Mirco Ricci. ''La mozione di sfiducia - ha sottolineato Comi - è stata depositata volutamente solo a 45 giorni dal voto, terminata la fase straordinaria della legislatura, per rispetto dei marchigiani. Le nostre dimissioni non pregiudicano nulla, e la funzionalità della giunta (Spacca resterà al governo con soli due assessori) è salvaguardata. Non potevamo però rinunciare a esprimere la nostra censura e l'indignazione per il comportamento irresponsabile del presidente, che il Pd ha contribuito ad eleggere e lealmente sostenuto''. ''Un governatore - ha rimarcato il candidato presidente del centrosinistra Luca Ceriscioli - che non ha più la maggioranza, ha deciso di cambiare schieramento, e ciononostante non ha neppure un ultimo sussulto di dignità per dimettersi''. Ceriscioli vuole archiviare in fretta ''questa ennesima prova di brutta politica'' e concentrarsi sul programma per cambiare le Marche, in un quadro istituzionale, economico e strategico radicalmente mutato, ''partendo dai risultati raggiunti in questi anni grazie al lavoro dei nostri assessori''.

 "Le più volte annunciate dimissioni degli assessori Pd dalla giunta sono uno schiaffo alla comunità regionale. Anteporre gli interessi di un partito alle esigenze delle Marche è un gesto di gravissima irresponsabilità. E non ci sono parole e motivazioni che possano giustificarlo''. Così, in una nota, il presidente della Regione Gian Mario Spacca replica al Pd, che ha annunciato per lunedì il ritiro della propria delegazione dalla giunta regionale, visto che il governatore si è ricandidato con Marche 2020-Ap e Fi. ''Alla fine della legislatura manca un mese - argomenta Spacca - e pur essendo in ordinaria amministrazione sono ancora molteplici gli atti da approvare e le vicende da presidiare, soprattutto sul fronte del lavoro, dei fondi Ue, della sanità, del sociale. Pur essendo garantita la correttezza degli atti dalla normativa vigente in una fase elettorale, sarebbe stato corretto e responsabile che tutti gli assessori fossero rimasti al loro posto, senza scaricare tutte le deleghe sul presidente''. 

''Il Pd ha chiuso così la porta in faccia ad un decennio. Il vulnus, dunque, è dentro lo stesso partito che ha abbandonato questo progetto di collaborazione che prescindeva dalla mia personale vicenda'', sottolinea. ''E' per questo motivo che il centrosinistra nelle Marche è deflagrato e ora non c'è più: perché il Pd ricerca una futura presunta autosufficienza, che aprirà le porte all'egemonia dell'apparato di partito sulla società vitale delle Marche. Ed oggi si è ritrovato dentro uno schema non previsto: isolato a sinistra, contro uno schieramento moderato e plurale''.

Il capogruppo del Pd delle Marche Mirco Ricci, insieme ai capigruppo del centrosinistra, ha depositato formalmente nell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale la richiesta di dimissioni del presidente della giunta Gian Mario Spacca, cioè la mozione di sfiducia politica nei confronti di Spacca, ricandidato con Marche 2020-Ap e Fi.

La candidatura del governatore Gian Mario Spacca con il centrodestra ''è un affronto all'elettorato tutto, non solo quello di centrosinistra che lo ha generosamente eletto, perché mina la credibilità della politica tutta, non solo la sua''. E' quanto si legge nella richiesta di dimissioni di Spacca, sottoscritta dal capogruppo del Pd e da quasi tutti i consiglieri eletti nelle liste che sostennero spacca nel 2010: Alleanza per l'Italia, Alleanza riformista, Idv, Verdi, Liste Civiche Marche, Unione di Centro. 

I consiglieri, si legge nella lettera inviata allo stesso Spacca e al presidente dell'Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi, che ha fondato con il governatore Marche 2020, ''intendono manifestare la propria sfiducia politica al presidente della giunta regionale a seguito della sua incomprensibile scelta di candidarsi ufficialmente alla guida della coalizione di destra, insieme a Forza Italia e Nuovo Centrodestra, attuali forze consiliari di opposizione''. ''Abbiamo atteso a lungo prima di esprimere questa volontà - dicono i consiglieri di centrosinistra -. Abbiamo atteso pazientemente che venissero approvati gli atti fondamentali per non compromettere gli interessi prioritari dei marchigiani: la variazione di bilancio, la proposta di riordino delle Province, l'allocazione delle risorse dei fondi europei, la modifica allo Statuto regionale''. ''Oggi - prosegue la lettera - a meno di 45 giorni dal voto, la Regione è in regime di ordinaria amministrazione e non si possono più approvare atti importanti. Nulla è a rischio. Per questo solo oggi che tutti gli atti dovuti sono stati compiuti, esprimiamo la nostra sfiducia formale e politica al presidente della giunta regionale, ufficialmente transitato dal Pd e dal centrosinistra a Fi e Ncd''.

La mozione di sfiducia al governatore Gian Mario Spacca è firmata dai consiglieri e assessori Mirco Ricci, Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Luchetti Enzo Giancarli, Gianluca Busilacchi, Paolo Perazzoli, Letizia Bellabarba, dal segretario Dem Francesco Comi, Fabio Badiali, Almerino Mezzolani, Angelo Sciapichetti, Gino Traversini, Rosalba Ortenzi, tutti del Pd. Seguono le firme del capogruppo socialista Moreno Pieroni, del capogruppo Udc Valeriano Camela, con il consigliere dello stesso partito Luca Marconi, di Luca Acacia Scarpetti (Idv), e Adriano Cardogna dei Verdi.  La mozione non è stata ovviamente sottoscritta dai consiglieri del nuovo partito di Spacca Marche 2020-Ap (gli assessori Paola Giorgi e Maura Malaspina, il presidente dell'Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi, il consigliere Paolo Eusebi).

 "La battaglia politica non dovrebbe essere confusa con il rispetto dei doveri e delle procedure istituzionali". Lo ha detto all'ANSA il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, dispiaciuto che la "legislatura finisca in una farsa per mancanza di senso di responsabilità". Solazzi ha appena ricevuto la richiesta di convocazione dell'Assemblea per la mozione di sfiducia al presidente della Regione Gian Mario Spacca. Richiesta - fa notare - che "doveva essere presentata prima di arrivare ai 45 giorni precedenti le elezioni regionali, in questo periodo infatti tutti gli organismi sono in regime di prorogatio. Il che vuol dire, ad esempio, che per il Consiglio regionale non sono ammessi atti di indirizzo politico, come risulta dalla dottrina e dalla giurisprudenza corrente. Per capire questo - insiste - non è necessario essere dei costituzionalisti, basta consultare un qualunque manuale di diritto di base".

 

 

 

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