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Fondi Marche, primi interrogatori

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Fondi Marche, primi interrogatori

Consiglieri ed ex di Pd, Fi e Fdi sentiti da Gdf, 'archiviare'

ANCONA, 26 marzo 2015, 18:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli investigatori della Guardia di Finanza di Ancona hanno ascoltato Paola Giorgi, ex consigliere regionale Idv e attuale assessore regionale dell'intergruppo Marche 2020, e Lidio Rocchi, ex presidente del Gruppo Misto in Regione, nell'ambito dell'inchiesta che li vede compresi tra i 66 indagati per le 'spese facili' in consiglio regionale tra il 2008 e il 2012. Si tratta di audizioni chieste da una trentina delle persone coinvolte nell'indagine al fine di chiarire la loro posizione. Entrambi hanno depositato una corposa documentazione per respingere l'accusa di peculato e concorso in peculato, e memorie in cui chiedono la pronta archiviazione delle accuse. E' durato circa mezz'ora il faccia a faccia tra la Giorgi, assistita dagli avvocati Luigi Stortoni e Gianni Marasca, e gli investigatori: l'assessore ha depositato documenti con elementi 'nuovi', non considerati nelle investigazione e che, per la difesa, consentirebbero di escludere la percezione indebita di contributi da parte della loro assistita e la correttezza dei rimborsi chilometrici che le sono costati l'accusa di truffa.

Breve anche l'interrogatorio di Rocchi, assistito dall'avv. Riccardo Pagani. Anche lui ha fornito tutta la documentazione comprovante le spese, ha risposto ad alcune domande a chiarimento e ha chiesto che la procura archivi gli addebiti a suo carico. Almeno fino a metà aprile, sono calendarizzate le audizioni degli altri indagati che lo hanno chiesto: alcuni di loro, in particolare i capigruppo, verranno sentiti in procura dai pm Giovanna Lebboroni e

Indagati al contrattacco nell'inchiesta sulle spese 'facili' per 1,2 milioni di euro dei gruppi e dei consiglieri regionali delle Marche tra 2008 e 2012. Sono iniziati oggi gli interrogatori chiesti da una trentina dei 66 indagati fra consiglieri, ex consiglieri regionali e responsabili dei gruppi, per chiarire le contestazioni e chiederne l'archiviazione immediata. I primi ad essere sentiti dalla Guardia di Finanza di Ancona nella sede della Baraccola sono stati Giacomo Bugaro, consigliere regionale Fi e vice presidente dell'Assemblea legislativa, le ex consigliere del Pd Adriana Mollaroli e Stefania Benatti, seguite da Giovanni Zinni, consigliere regionale Fdi-An. Gli interessati devono difendersi, a vario titolo,dall'accusa di peculato e concorso in peculato.

Bugaro, assistito dall'avv. Davide Toccaceli, ha depositato un corposo faldone con la documentazione attestante spese e motivazioni, e a rispondere alle domande dei finanzieri. Il faccia a faccia è durato circa due ore: la difesa ha prodotto la normativa in vigore all'epoca dei presunti episodi di peculato che elencava le spese consentite e richiedeva solo una 'pezza d'appoggio' (ricevuta, scontrino, fattura), senza motivazione della spesa. Ad ogni buon conto, ha sottolineato l'avv. Toccaceli, Bugaro ha fornito tutti i documenti che giustificavano le spese, ritenute ''connesse all'attività del consigliere, consentite e legittime''. Mollaroli e Benatti, in sequenza, assistite dall'avv. Marina Magistrelli, hanno depositato voluminose memorie e respinto punto per punto le contestazioni. Secondo l'avv. Magistrelli i colloqui si sono svolti in un clima di serenità e disponibilità: "Ci aspettiamo - ha detto il legale - una pronta decisione di archiviazione per le posizioni marginali, per gli indagati che non c'entrano nulla con questa vicenda". Tra il deposito delle memorie e le risposte a chiarimento delle poche domande poste dai finanzieri, le due esponenti del Pd sono rimaste davanti ai finanzieri per circa mezz'ora a testa.

Poi è toccato a Giovanni Zinni, assistito dall'avv. Stefano Gregorio. "Ho chiarito la mia posizione - ha spiegato il consigliere in una nota - e ho chiesto che la mia posizione venga archiviata". "Ho espresso agli inquirenti attraverso della documentazione le mie ragioni e la mia totale estraneità in relazione al reato contestatomi". 

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