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Muti a Pesaro,aiutare giovani musicisti

MUSICA

Muti a Pesaro,aiutare giovani musicisti

Verdi come bis, "Rossini no, qui siete troppo bravi"

PESARO, 17 dicembre 2014, 14:39

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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 (dell'inviata Alessandra Massi)  "I nostri giovani devono trovare lavoro nelle nostre orchestre, nel nostro povero Paese dove non tutte le regioni ne hanno una". Lo ha detto il maestro Riccardo Muti ieri sera a Pesaro, dove ha chiuso con un concerto al Teatro Rossini il tour del decennale dell'Orchestra Cherubini, la compagine da lui fondata nel 2004 e formata da giovani musicisti, tutti under 30, che si rinnova periodicamente. Dopo tre anni i componenti approdano in genere in formazioni prestigiose.

"Quante orchestre ci sono a Pesaro?", ha chiesto al pubblico. "Due", gli è stato risposto. "Troppe", ha detto qualcuno. "Datene una a Urbino", ha fatto presente dalla sala Vittorio Sgarbi, assessore alla Rivoluzione del comune feltresco. Dopo aver ammonito scherzosamente che a volte troppe orchestre non solide possono significare "precarietà", Muti ha concesso un bis: non Rossini, nella città che ha dato i natali all'autore del Barbiere di Siviglia, "perché qui siete troppo bravi", ma la splendida overture della verdiana 'Giovanna D'Arco', che ha chiuso la serata dopo la Sinfonia n. 4 in Do minore "Tragica" di Schubert e la Sinfonia n. 5 in Mi minore di Chaikovski.

   La Cherubini è stata creata proprio per permettere il passaggio dal mondo dello studio della musica all'attività professionale. In dieci anni i 'ragazzi' di Muti hanno suonato in Italia e all'estero, spesso collaborando con altre celebri bacchette o famosi solisti. Va nella stessa direzione (la formazione e la valorizzazione delle giovani leve della musica) la prossima iniziativa di Muti: una Italian Opera Accademy, vera e propria masterclass per direttori d'orchestra, maestri collaboratori e cantanti che si terrà al Teatro Alighieri di Ravenna nel luglio 2015, durante le prove di Falstaff nell'ambito del Ravenna Festival. L'ufficializzazione stasera, poco prima del concerto a Pesaro.

   Teatro strapieno e pubblico entusiasta per il programma a base di Schubert e Chaikovski. La Sinfonia del primo è una musica scritta da un giovane per i giovani: l'autore la compose a 19 anni, influenzato dal modello sinfonico beethoveniano. Lo stesso nome di "Tragica" è un richiamo alle atmosfere tese e drammatica della Quinta di Beethoven anche se Schubert finisce poi per stemperare tutto in un clima più lirico e languido. Lo stesso argomento beethoveniano del destino viene affrontato anche nella Sinfonia di Chaikovski. Musica non esattamente "a programma" anche se l'autore tracciò una sorta di scaletta: "Introduzione: sottomissione totale davanti al destino o, ciò che è lo stesso, davanti alla destinazione ineluttabile della Provvidenza". Destino, comunque, letto alla maniera di Chaikovski: un po' di magniloquenza da un lato, dall'altro un certo afflato oscuro e 'malato', quasi morboso, tipico della tensione emotiva e psicologica che domina tutta la produzione del musicista russo.

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