Solo 320 dipendenti diretti e circa
900 occupati di ditte in appalto e subappalto. Alla Fincantieri
di Ancona non è solo la sproporzione fra lavoratori diretti e
indiretti a preoccupare la Fiom Cgil. Dopo una denuncia
depositata dalla Fiom in procura su presunti episodi di
caporalato ed estorsione per il reclutamento di lavoratori in
ditte subappaltatrici, soprattutto extracomunitari e in
particolare bengalesi, filtrano le prime notizie più
dettagliate.
Secondo le testimonianze di alcuni lavoratori e sindacalisti,
gruppi di operai sarebbero stati portati ad Ancona direttamente
dall'estero (in genere da Romania e Croazia) e alloggiati in
affitto in zona proprio per poter lavorare alla Fincantieri. Nel
suo intervento durante la tappa anconetana del 'Viaggio della
legalità' della Cgil, il rappresentante della Rsu Fiom di
Fincantieri Pierpaolo Pullini ha parlato apertamente di
"gruppetti di 40-50 persone in cerca di lavoro accompagnate qui
per qualche mese e poi rispedite all'estero", di "contratti di
pochi mesi firmati appoggiandosi sui cofani delle auto", ma
anche di "regalie" a chi recluta per conto di ditte provenienti
da fuori. Il sospetto è che dei compensi pattuiti, agli operai
resti in tasca poco meno di un terzo dopo aver rimborsato ai
reclutatori spese e 'regalie' per l'assunzione.
Su episodi del genere, che riguarderebbe almeno due aziende e
un gruppetto di loro operai, la procura ha aperto un fascicolo
di indagine dopo l'esposto presentato a ottobre dal segretario
regionale della Fiom Marche Giuseppe Ciarrocchi.
"Non diciamo - ha precisato Pullini - che Fincantieri sia
collusa con queste pratiche, ma il sistema dei lavori in appalto
e subappalto non l'abbiamo creato né voluto noi, anzi lo abbiamo
sempre contrastato". "Serve un accordo affinché Fincantieri
abbia accesso alle timbrature dei lavoratori delle ditte
esterne".
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