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Banca Marche, inchiesta su fuga notizie

E-mail anonima avrebbe imbeccato imprenditore su perquisizioni

   
(ANSA) - ANCONA, 18 SET -  Per Banca Marche, in amministrazione straordinaria dall'ottobre 2013, si va profilando una proroga del commissariamento per mettere a punto l'accordo con Fonspa e Fondo interbancario di tutela dei depositi. E' quanto è trapelato questo pomeriggio dalla sede di Fontedamo a Jesi, al termine dell'incontro con i direttore di filiale del gruppo bancario cui hanno preso parte anche due dei tre commissari di BdM, Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni. I commissari, in scadenza alla fine del prossimo ottobre, avrebbero chiesto a Bankitalia una proroga del mandato per un tempo necessario a stringere un accordo che si annuncia "complesso e delicato", e che "non sarebbe questione di ore", secondo quanto riferito dai partecipanti alla riunione e da fonti sindacali. Ma la salvezza non sarebbe lontana. Di un soggetto interessato a Banca Marche ha riferito Feliziani, aggiungendo che "quando siamo arrivati qui eravamo nel tardo pomeriggio, questo inverno ci siamo trovati in piena notte, e ora si intravedono le prime luci dell'alba".
Inchiesta per fuga di notizie - Viaggia per ora contro ignoti l'inchiesta aperta dalla Procura di Ancona sulla fuga di notizie che avrebbe riguardato le perquisizioni eseguite dalla Guardia di Finanza il 9 aprile scorso a carico di 27 dei 37 indagati per il buco da circa 800 milioni di euro di Banca Marche. La Finanza sta indagando da alcuni mesi sul fatto che almeno uno degli indagati, un imprenditore, sarebbe stato messo in allerta in maniera anonima degli imminenti blitz, forse mediante un'e-mail. Gli inquirenti starebbero procedendo per rivelazione di segreto d'ufficio ma, al momento, non ci sarebbero persone indagate nel fascicolo. L'imbeccata, stando a quanto si è potuto apprendere, avrebbe fatto chiaro riferimento alla circostanza che le fiamme gialle erano sul punto di entrare in azione senza contenere nomi dei destinatari delle perquisizioni o circostanze precise sugli imminenti accertamenti. L'imprenditore in questione avrebbe poi riferito dell'e-mail ai pm, per dimostrare la sua buona fede.

M5S esprime dubbi su 'salvataggio' - "Perplessità e dubbi" sulle "presunte soluzioni della annosa 'vicenda Banca Marche', ad opera del 'salvator della patria' Fonspa (ex Credito Fondiario, oggi di controllato da Tages Groups)" sono espresse dal Movimento 5 Stelle di Jesi in un post sul blog di Beppe Grillo. M5S annuncia due interpellanze, una Parlamento dell'on.Donatella Agostinelli ed una al Comune di Jesi. dubbi riguardano il futuro del personale, ma anche il rapporto con le nostre Pmi".

Quattrocento azionisti privati di Banca Marche, attraverso l'Unione Nazionale Consumatori, hanno chiesto in forma collettiva un risarcimento di danno per circa 30 milioni di euro a 31 persone che hanno ricoperto ruoli gestionali, amministrativi e di controllo nell'istituto di credito, e alla societa' di revisione Price Waterhouse Coopers. I destinatari sono accusati di avere affondato i conti della banca e il valore delle azioni, da 2 euro a 0,219 euro l'una. A lanciare l'iniziativa gli "Azionisti privati di Banca Marche" e l'associazione di dipendenti azionisti "Dipendiamo Banca Marche", che a ottobre chiameranno la societa' di revisione ed i 31 ex vertici in Camera di Commercio ad Ancona per un tentativo di risarcimento extragiudiziale rapido. Depositato anche un esposto alla Procura della Repubblica per far considerare i 400 piccoli azionisti parti lese.


Banca Marche è stata gestita per 10 anni da un 'dominus' che agiva incontrollato, l'ex direttore generale Massimo Bianconi. Si era creato una banca su misura, concedendo crediti facili a 20 costruttori e imprenditori ora quasi tutti in default, tradendo la ''mission retail della banca'', senza fornire al Cda informazioni 'rilevanti'', e percependo compensi ''anomali'' attraverso ''operazioni opache''. ''Scarsamente incisivo'' il ruolo dell'ex presidente Lauro Costa, mentre l'organo di supervisionestrategica era sostanzialmente ''spossessato dei propri poteri, a favore delle Direzione''. Pesano forse più dei 4 milioni di multa (fino a 300 mila euro a testa) le motivazioni della 'sentenza' con cui Bankitalia ha comminato sanzioni amministrative e pecuniarie a chi ha rivestito ruoli di amministrazione, direzione e controllo in BM anteriormente al 2012, portando l'istituto di credito a un deficit di quasi 800 milioni di euro, e al commissariamento.

L'ANSA ha potuto prendere visione del verbale del Servizio costituzioni e gestione crisi di Bankitalia, redatto in base ai risultati delle due ispezioni condotte sull'istituto dal 12 novembre 2012 al 3 aprile 2013, e dal 13 marzo al 6 settembre 2013. Una trentina di pagine in cui gli ex vertici cercano di respingere gli addebiti, ma la Vigilanza archivia come ''generiche, inadeguate'', o ''infondate'' le controdeduzioni, e fa scattare le sanzioni. Il quadro che emerge dalla lettura del documento è sconfortante. Il ruolo dell'ex presidente Lauro Costa viene bollato come ininfluente, l'attività del Cda descritta come ''carente'', tale da determinare ''squilibri'' nella gestione, soprattutto quella dei crediti deteriorati, con un differimento sine die del riordino del gruppo. A Bianconi è stata lasciata ''ampia autonomia, senza validi contrappesi'', e questo ha comportato ''un rapido e forte deterioramento delle condizioni economico patrimoniali'' di BM, con una ''notevole sottostima del rischio di credito''. E stando al resoconto della Vigilanza, quell'autonomia Bianconi se la sarebbe presa tutta: anche pilotando ''flussi informativi parziali e inadeguati al Consiglio di amministrazione''. L'ex Dg ha seguito ''prassi istruttorie carenti, con un'eccessiva tolleranza verso affidati inadempienti, e rinnovi dei fidi basati su meccanismi automatici''. Avrebbe perfino fatto ricorso a ''modifiche unilaterali generalizzate di tassi di interesse e condizioni'', senza motivazioni adeguate.

Per tutte queste ''gravi irregolarità'', Bankitalia sanziona Costa, l'altro ex presidente di Banca Marche Michele Ambrosini, e i consiglieri Bruno Brusciotti, Marcello Gennari, Eliseo Di Luca, Walter Darini, Germano Ercoli, Mario Volpini, Pio Bussolotto, Massimo Cremona e Giuliano Bianchi. A vario titolo sono tutti indagati dalla procura di Ancona, che ha aperto un'inchiesta sul 'buco' di Banca Marche, mentre l'istituto oggi è ancora governato da tre commissari straordinari. In attesa della ricapitalizzazione. (ANSA).

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