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Sequestrato da Cc 'autografo' Infinito

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Sequestrato da Cc 'autografo' Infinito

Lirica Leopardi all'asta ma poi ritirata,indaga procura Macerata

ANCONA, 24 luglio 2014, 16:04

Redazione ANSA

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Terzo presunto 'manoscritto ' dell 'Infinito di Giacomo Leopardi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Terzo presunto  'manoscritto ' dell 'Infinito di Giacomo Leopardi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Terzo presunto 'manoscritto ' dell 'Infinito di Giacomo Leopardi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non è ancora chiusa l'indagine sul falso manoscritto dell'Infinito di Giacomo Leopardi, sequestrato ieri dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio culturale. ''Dobbiamo individuare chi ha autenticato il documento'' ha detto il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio.

 

Sequestrato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico e Culturale il manoscritto dell'Infinito, messo all'asta come terzo autografo della lirica più famosa di Leopardi e poi ritirato a causa dei dubbi sulla sua autenticità. La Procura di Macerata ha aperto un fascicolo con due indagati.
   

Un calco o un facsmile 

La svolta dopo un'analisi della Soprintendenza archivistica del Lazio, chiesta dalla Soprintendenza marchigiana, secondo la quale il manoscritto non può essere un autografo per misure e spaziatura tra le lettere, identiche ad un altro autografo custodito a Napoli, bensì un calco o facsimile. Intenzionalmente prodotto - secondo l'ipotesi accusatoria - per la vendita all'asta con un base di partenza di 150 mila euro.  Se ne fosse stata dimostrata l'autenticità, l'autografo sarebbe stato il terzo dell'Infinito dopo quelli custoditi a Napoli e a Visso. La Regione Marche aveva annunciato l'intenzione di battersi affinché il documento, ufficialmente emerso dalle carte di una collezione privata, non finisse in mano ai privati, ma rimanesse allo Stato. Ma i dubbi sono emersi quasi subito, da parte dei discendenti del poeta e anche degli esperti del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati. 

Procuratore Macerata, due i filoni dell'inchiesta

Sono due i filoni di indagine, ha spiegato il procuratore  della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio.  Uno riguarda il proprietario del documento e il direttore della Biblioteca di Cingoli, indagati per aver detenuto un documento falso per farne commercio. Il secondo chi ha certificato l'autenticità del manoscritto, pur sapendolo falso. In questo caso i responsabili non sono stati ancora identificati

Lo 'scopritore': ''Mai detto documento autentico''

Il direttore della Biblioteca di Cingoli, Luca Pernici, raggiunto dall'ANSA, dice di essere ''tranquillo''. ''Ho trovato il documento per caso, e non essendo io uno specialista, mi sono affidato agli studiosi dell'Università di Macerata''. 

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