(ANSA) - ANCONA, 20 MAG - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi se n'era fatta un'idea di persona sorvolando Senigallia su un elicottero militare 24 ore dopo l'esondazione del Misa. Ma oggi, con i conti sul tavolo, la dimensione economica del disastro provocato nelle Marche dall'alluvione del 2-4 maggio scorsi è una doccia fredda per le popolazioni colpite e per le casse, già esauste, degli enti locali: 366.181.524 euro di danni. Una cifra enorme, suddivisa per voci e territori provinciali nel 'Riepilogo generale spese segnalate e danni stimati' che il presidente Gian Mario Spacca ha trasmesso al capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Un passaggio obbligato per ottenere il riconoscimento dello stato di emergenza dal Consiglio dei ministri, con il supporto di tabelle e schede elaborate a tempo di record attraverso le Province e i Comuni.
    Lo stato di emergenza è stato chiesto per tutto il territorio delle Marche, con Senigallia (dove l'esondazione del Misa ha fatto tre vittime) e alcuni comuni vicini ai primi posti. I privati, scrive Spacca a Gabrielli, hanno segnalato danni per 149.271.486 euro; per ripristinare corsi d'acqua, viabilità, beni immobili e infrastrutture servono 149.417.765 euro, mentre Comuni, Province e altri enti sono gravati di spese per 6.773.570 euro per gli interventi di somma urgenza per far fronte alle emergenze. ''Grazie all'intenso lavoro svolto - sottolinea il governatore - si può dire che negli spazi e nelle aree pubbliche, a distanza di dieci giorni non restavano già più tracce della calamità'''. Ma diversa è la situazione nelle abitazioni e nelle aziende: ''gran parte degli arredi, dell'abbigliamento e degli elettrodomestici e, per le imprese, delle materie prime, attrezzature e scorte, sono stati smaltiti perché inservibili''. Le sole attività produttive extra agricoltura lamentano 60.718.701 euro di danni. Regione, Comuni e Province ''si trovano di fronte ad un evento fronteggiabile solo con mezzi e poteri straordinari'', con la Regione Marche destinata a fare da amministrazione pubblica competente per il coordinamento degli interventi.
    La speranza è che, come aveva anticipato alla Camera dal sottosegretario Graziano Delrio, il riconoscimento dello stato di emergenza arrivi velocemente. Anche se il percorso per ottenere materialmente i primi fondi statali non sarà una passeggiata. Ne sanno qualcosa i cittadini, gli imprenditori e i sindaci del Fermano alle prese con il post alluvione che il 1-2 marzo 2011 devastò la zona di Sant'Elpidio a Mare-Casette d'Ete.
    Due morti, 462 milioni di euro di danni, una lenta ripresa. (ANSA).