(di Luciano Clerico)
(ANSA) - MILANO, 19 NOV - Milano è pronta. E incrocia le dita
in modo bipartisan. La città che fu di Expo e che grazie
all'onda lunga prodotta dall'Esposizione Universale è diventata
"credibile" a livello europeo nelle sue ambizioni
internazionali, attende con una certa ansia di sapere se sarà il
suo Pirellone ad accogliere nel 2019 l'Agenzia Europea del
Farmaco. La European Medecines Agency deve lasciare Londra, è
uno degli effetti della Brexit, e domani a Bruxelles si decide
quale sarà la sua nuova sede. Milano si sente in pole position.
Per l'Ema le città in lizza sono formalmente 19 tra cui
appunto il capoluogo lombardo che "ci crede". Sia perché ha
ricevuto l'appoggio incondizionato e bipartisan di tutte le
istituzioni italiane, dal Presidente della Repubblica al
Presidente del Consiglio, dal dai gruppi di Maggioranza a quelli
di Opposizione. Sia perché, tanto più dopo Expo, è cresciuta la
sua "vocazione internazionale" e tutti, dal sindaco Beppe Sala
al presidente della Lombardia, Roberto Maroni, dalla ex
presidente di Expo, Diana Bracco, al presidente della Camera di
Commercio di Milano, credono nel risultato finale.
"E' stato fatto un grande sforzo comune - ha detto il sindaco
Sala, che attenderà nel suo ufficio l'esito del voto di
Bruxelles -. Ora incrociamo le dita. Se vinceremo nessuno farà a
gara per prendersi il merito. Spero che, se non ce la facciamo,
qualcuno rimasto in panchina non critichi. Abbiamo fatto un
grande lavoro".
Sulla stessa falsariga le parole di Maroni: "dopo quella di
Expo quella per l'Ema è un'altra importantissima sfida che ha
visto le istituzioni impegnate in uno sforzo comune, e non
succede spesso in Italia. L'Ema farebbe di Milano la capitale
europea della medicina e della scienza".
I criteri di scelta concordati dai 27 Stati membri sono:
fornire garanzie che l'agenzia sia operativa nel momento in cui
il Regno Unito lascerà l'Ue (per la precisione il 29 marzo del
2019, alle 23 ora di Londra, ndr); l'accessibilità della nuova
sede (collegamento aerei e ferroviari); l'esistenza di scuole
per i figli del personale e la disponibilità di alloggi adeguati
sul territorio; l'accesso al mercato del lavoro e all'assistenza
sanitaria per le famiglie del personale. "Milano soddisfa
pienamente tutti questi criteri" hanno ribadito Sala e Maroni,
sottolineando in particolare l'importanza di una sede come
Palazzo Pirelli, oggi sede del Consiglio regionale: "Non è solo
una sede prestigiosa, ma è anche immediatamente operativa".
Questo dato, unito alla facilità e all'efficienza dei
collegamenti e ai tanti centri di ricerca presenti sul
territorio, "ci rende ottimisti" ha concluso Diana Bracco.