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Eni: Nigeria;giudici,mancano prove certe

caso eni-nigeria

Eni: Nigeria;giudici,mancano prove certe

Motivi sentenza Milano assoluzione Eni, Descalzi e gli altri

MILANO, 09 giugno 2021, 12:41

Redazione ANSA

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Mancano "prove certe ed affidabili dell'esistenza dell'accordo corruttivo contestato". Lo scrive la settima sezione penale del Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 17 marzo, ha assolto "perché il fatto non sussiste" tutti gli imputati per il caso della presunta corruzione in Nigeria, tra cui Eni, Shell, l'ad della compagnia petrolifera italiana Claudio Descalzi e il suo predecessore e attuale presidente del Milan Paolo Scaroni.
   
   

 

 Per il Tribunale di Milano, nel processo per il caso Eni/Shell-Nigeria, è emersa la "volontà di Armanna di ricattare i vertici Eni, lasciando chiaramente intendere a Piero Amara che le sue dichiarazioni accusatorie avrebbero potuto essere modulate da eventuali accordi, facendo un chiaro riferimento a Descalzi". Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza con cui hanno assolto tutti gli imputati in relazione al video non depositato tra gli atti dai pm. Inoltre ritengono che Armanna, le cui dichiarazioni sono state valorizzate dall'accusa, avrebbe orchestrato "un impressionante vortice di falsità" per "gettare fango".

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