E' il 'Cottagecore', una
sottocultura della generazione Z che celebra una vita rurale
idealizzata definita dal New York Times come "l'estetica in cui
la quarantena è romantica anziché terrificante", a ispirare la
collezione per il prossimo inverno di Borbonese, presentata alla
Torre Breda, grattacielo milanese progettato dall'architetto
Mattioli e costruito tra il 1950 e 1955, icona della ripresa nel
dopoguerra.
Qui il marchio svela la sua idea di guardaroba evergreen -
firmato dal duo creativo Dorian Tarantini e Matteo Mena -dove la
riscoperta dell'immaginario anni Cinquanta si abbina all'urgenza
contemporanea di un rapporto più stretto con la natura. "Mai
come in questo momento è limpida la volontà e necessità di
preparare per Borbonese una tela in cui l'heritage si possa
tessere solidamente con una ricercata visione per il futuro
total-look - spiega Dorian Tarantini - Portando alla creazione
dei codici per un nuovo classico italiano, fra reminiscenze da
sartoria milanese e cottagecore".
Così il sartoriale si alterna all'outerwear, e i completi da
città si indossano con imbottiti trapuntati o giacconi sailing e
stivali da serra inglese. Su tutto, la lunga sciarpa con revers
che si sovrappone ai cappotti a scialle e agli abiti, creando
l'illusione dei tailleur; oppure il grembiule da giardinaggio in
camoscio.
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