"La mia vera pena non sono le
sbarre, ma il pensiero di non potere più rivedere i miei
bambini. Sono distrutto dall'idea di avere fatto loro del male,
spaventandoli in questo modo". Lo ha detto oggi in aula,
rendendo dichiarazioni spontanee, l'ex postino di 43 anni a
processo con rito abbreviato per avere minacciato di gettare nel
vuoto i suoi tre figli, nella notte tra il 9 e il 10 giugno a
Rozzano, nel Milanese.
L'uomo, che si trova in carcere a San Vittore, è accusato di
sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.
Rivolgendosi al giudice Anna Magelli, l'imputato, visibilmente
commesso, ha spiegato di avere agito sotto la spinta della
"disperazione e dalla esasperazione" per la sua condizione.
"Da quando mia moglie se ne è andata, ormai 5 anni e mezzo fa
- ha detto ancora - sono rimasto da solo con tre figli piccoli,
senza nessun aiuto esterno. Quando poi è arrivato il lockdown,
la scorsa primavera, la situazione è peggiorata ancora di più.
Non avevo nemmeno il tempo di farmi la barba". La sentenza è
prevista per il 15 gennaio.
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