Dopo l'impegno in Zimbabwe e
Colombia, il programma di Nespresso "Reviving Origins" dedicato
ai paesi di origine del caffé arriva anche in Uganda. Un
progetto, che prese il via nel 2019 e su cui sono stati
investiti in totale quasi 10 milioni di franchi per i prossimi
cinque anni, con cui Nespresso si è data l'obiettivo di
rilanciare la coltivazione di caffè in regioni in cui la
produzione è stata minacciata per motivi climatici, geopolitici
o economici, mettendo così in difficoltà le comunità locali.
In Uganda, per secoli, l'altitudine e i terreni fertili del
gruppo montuoso del Ruwenzori hanno contribuito a dare vita a un
caffè noto in tutto il mondo; negli ultimi anni, il cambiamento
climatico, le cattive pratiche agricole e le difficoltà
economiche, hanno fatto sì che la produzione di caffè di alta
qualità fosse compromessa, portando alla quasi totale scomparsa
di piantagioni su quelle montagne.
Nespresso, grazie alla collaborazione con Agri Evolve, azienda
agricola che opera sul territorio, ha avviato il programma
Reviving Origins raccogliendo l'adesione oltre 2.000 piccoli
coltivatori locali che hanno ricevuto così formazione e nuove
competenze sostenibili, utili ad incrementare la qualità e la
produttività dei raccolti.
Il risultato del lavoro in Uganda sarà la nuova capsula
Nespresso "Amaha awe Uganda", dal nome evocativo "speranza per
l'Uganda": ogni caffé consumato sarà, di fatto, un supporto al
progetto e permetterà di aumentare ogni anno la produzione.
"Questo lancio vuole recuperare una coltivazione che rischiava
di andare perduta - ha spiegato il direttore generale Nespresso
Italia Stefano Goglio -, si tratta di coltivazioni importanti
sia per quanto riguarda il gusto e l'aroma dei caffé e
soprattutto per le comunità locali: è un'occasione per loro di
formazione, perché si diffondono anche buone pratiche di
coltivazione tramite i nostri agronomi sul campo".
Negli ultimi anni, grazie al supporto di Reviving Origins, la
disponibilità di caffè di alta qualità è cresciuta del 9% nella
provincia di Manicaland in Zimbabwe e del 10% a Caquetá,
Colombia.
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