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Calcio: piece teatrale su Carosio,'commento razzista non fu suo'

Calcio

Calcio: piece teatrale su Carosio,'commento razzista non fu suo'

Massimo De Luca racconta telecronista "cacciato ingiustamente"

ROMA, 09 dicembre 2019, 16:43

Redazione ANSA

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© ANSA/ANSA/OLDPIX

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Uno spettacolo teatrale svela la verità su Nicolò Carosio. Il giornalista fu accusato di un commento razzista sul guardalinee etiope nella partita con Israele ai mondiali di Messico 1970. Accusa che gli costò il posto, ma del tutto falsa. Nel monologo "Quasi gol", arricchito da filmati e reperti radio d'epoca, il giornalista Massimo De Luca racconta la storia di Carosio.
    Il racconto va dal 1° maggio 1932, data del provino di Carosio a Torino, al giugno 1970 quando in Messico scoppia il caso del presunto razzismo. Carosio che semplicemente apostrofa il guardalinee come "etiope" (con un tono stizzito) viene accusato di avergli dato addirittura del "negraccio". Ma non è vero, come risulta da brani della telecronaca originale e, soprattutto, da un articolo di Enzo Tortora per "Il Resto del Carlino" oltre a un'indignata lettera di Carmelo Bene all'Unità che fa esplicito riferimento, per giustificare la sua indignazione, all'espressione "vendetta del Negus" che qualcuno ha pronunciato alla Radio nel dopo partita. Lo spettacolo, grazie a una registrazione radio dell'epoca, svela la verità. Fu Antonio Ghirelli, direttore del Corriere dello Sport (poi assistente di Pertini al Quirinale e direttore del TG2) a pronunciare due volte quella frase, alla radio. Ma a pagare fu Carosio, subito rimosso. Così fu Nando Martellini a raccontare Italia-Messico 4-1 e poi la leggendaria semifinale Italia-Germania 4-3. "Per quelli come me -dice De Luca- che hanno fatto e ancora fanno questo mestiere da quasi 50 anni, Carosio è stato un riferimento importantissimo, avendo letteralmente inventato la figura del radio-telecronista sportivo. Mi sembrava doveroso, grazie alle ricerche di un documentatore tenace come Pino Frisoli, ristabilire la verità sull'epilogo ingiusto e malinconico di una carriera leggendaria come la sua."
   

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