Invita a riflettere sul tema della
memoria il documentario "Vera" della regista argentina Manuela
Irianni, che sarà presentato il 5 dicembre a Milano. Vera Jarach
è una madre di Plaza de Mayo, italiana, ebrea. Suo nonno muore
ad Auschwitz nel 1943. Sua figlia, Franca Jarach, viene
assassinata dalla dittatura civile-militare argentina a Buenos
Aires, nel 1976. La storia personale di Vera si interseca, nel
documentario, al discorso pronunciato da Julio Cortázar al
"Colloquio di Parigi" del 1981, Negazione dell'oblio, e alle
testimonianze di dodici persone che condividono con lei aspetti
della loro identità.
"Vera ricorda che da bambina, nella sua prima infanzia, sua
madre - dice la regista Manuela Irianni - le raccontò del
genocidio armeno. Qualche anno dopo, quando Mussolini stabilì le
leggi razziali in Italia, fu espulsa dalla scuola che
frequentava a Milano perché ebrea, e nello stesso tempo dovette
emigrare con la famiglia in Argentina per sopravvivere. Suo
nonno rimase in Italia e finì ad Auschwitz. Già donna matura,
intorno ai 50 anni, ha subito il rapimento e l'assassinio della
figlia Franca, per mano della dittatura civile-militare
argentina. Tre genocidi percorrono la vita di questa donna. Come
non raccontare la sua storia? Come non collegarla alle migliaia
di persone che oggi subiscono migrazioni forzate o gli omicidi
dei loro figli e figlie? Vera dice sempre: "Mai più silenzio",
questo documentario cerca di essere in linea con quell'idea.
Perché non ci sia silenzio, qualcuno deve parlare, e perché
qualcuno parli, qualcun altro deve ascoltare".
Il 5 dicembre alle 20, presso il Negozio Civico Chiamamilano,
il documentario verrà proiettato in lingua originale con
sottotitoli in italiano, alla presenza della regista. L'ingresso
è gratuito, l'invito a partecipare è rivolto a tutti.
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