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Hancock a JazzMi, uomo buono per alieni

Hancock a JazzMi, uomo buono per alieni

79 anni, musicista trascina da palco del Conservatorio di Milano

MILANO, 02 novembre 2019, 11:49

Redazione ANSA

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Se gli alieni arrivassero domani sulla Terra e ci chiedessero di consegnargli un elenco dei musicisti che hanno lasciato un'impronta profonda come Armstrong sulla Luna, nell'elenco ci sarebbe il nome di Herbie Hancock.
    Lasciamo perdere "Cantaloupe Island", fingiamo che non esista il periodo degli "Headhunters", dovremmo tenerlo in conto già solo per "I thought it was you", il brano più incisivo di "Sunlinght", che anticipava di parecchi decenni la musica dei Daft Punk. Era il 1978. Sulla copertina di quel disco Hancock sorrideva marpione con capelli cotonati, catena d'oro, e camicia dal collo ampio. Ieri, 1 novembre 2019, 41 anni dopo, Hancock aveva lo stesso ghigno divertito sul palco del Conservatorio di Milano per l'evento del JazzMi. Tra i 190 eventi quello del musicista di Chicago era tra i più attesi. In sala non una sola poltrona libera. Il vero concerto arriva col bis, quando gli argini dei posti numerati cedono sotto il peso dell'amore dei fan e tutti si trovano per magia sotto al palco.
   

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