Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Lombardia

Yara: Cassazione conferma l'ergastolo per Bossetti

Il muratore di Mapello era già stato condannato in primo e secondo grado per l'omicidio della giovane ginnasta di Brembate

Ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti. La Cassazione ha confermato la pena più severa nei confronti del muratore di Mapello, accusato dell'omicidio pluriaggravato della piccola Yara Gambirasio, la tredicenne ginnasta di Brembate di Sopra, scomparsa nel suo paese il 26 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo. E' lui, ha decretato la Cassazione con la sua decisione, Ignoto 1, che colpì Yara e la lasciò agonizzante nel campo a Chignolo d'Isola.

Si chiude così, dopo otto anni un caso giudiziario che ha turbato l'opinione pubblica per la brutalità dell'aggressione alla ragazzina, morta di freddo. E che ha tenuto col fiato sospeso per le complicate indagini, compiute a partire dal dna rintracciato sugli indumenti intimi di Yara, e incrociato con migliaia di campioni prelevati a tappeto. La difesa puntava a scardinare, col proprio ricorso, quel percorso che ha portato all'individuazione di Massimo Giuseppe Bossetti. Ma la Cassazione l'ha ritenuto inammissibile. Le motivazioni, che saranno depositate nei prossimi mesi, spiegheranno il perché.

Alla lettura del verdetto è seguita una coda polemica: "il processo mediatico nuoce: ci voleva molto coraggio a prendere una decisione contro la sentenza d'appello", ha detto rispondendo ai giornalisti l'avvocato Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, che continua a credere nell'innocenza del suo assistito.

"È andato tutto come secondo me doveva andare. Con oggi sono 39 i magistrati che hanno esaminato, in varie fasi, il fatto e tutti hanno concluso per la colpevolezza di Bossetti", ha commentato l'avvocato Andrea Pezzotta, legale dei Gambirasio. La famiglia non si è mai esposta, ha sempre rifiutato le interviste. "Se c'è stato un processo mediatico - ha detto l'avvocato - non è per colpa nostra. Noi non siamo mai andati in televisione". La pg della Cassazione Mariella de Masellis nella requisitoria ha avuto parole dure nei cofronti di Bossetti: "non ha avuto un moto di pietà e ha lasciato morire Yara da sola in quel campo". Ha spiegato che le indagini sono state ben condotte e che non vi è niente a che fare con "il caso Knox, vicenda ben diversa", il cui esito fu ribaltato dalla Cassazione con l'assoluzione degli imputati.

E' stata "assolutamente corretta", ha rimarcato, l'attività di estrazione e repertazione, contestata dalla difesa, che avrebbe voluto ripetere la perizia: si è trattato di "atti irripetibili e non differibili", compiuti quando il fascicolo risultava ancora a carico di ignoti e il nome di Bossetti non era nemmeno ipotizzabile. "Il metodo del Dna nucleare - ha aggiunto, replicando ai motivi del ricorso - è consolidato e utilizzato fin dal 1985".

In conclusione, de Masellis ha spiegato che "per dire che Bossetti è innocente dobbiamo dire che il dna di Ignoto 1 non è il suo, che Bossetti non è figlio di Guerinoni, che i Ris hanno modificato l'immodificabile, che è stata perseguita la necessità di trovare in Bossetti, una persona che nessuno conosceva, un capro espiatorio. Se tutto questo non lo possiamo dire non c'è ragionevole dubbio".

LE TAPPE DELLA VICENDA - Dalla scomparsa di Yara il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra all'udienza in Cassazione 8 anni dopo

LA VIDEOGRAFICA

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Video ANSA



301 Moved Permanently

301 Moved Permanently


nginx
Vai alla rubrica: Pianeta Camere
Camera di Commercio di Milano
Camera di Commercio di Milano


Modifica consenso Cookie