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Migranti ospiti nell'ostello del nonno della deputata leghista

Migranti ospiti nell'ostello del nonno della deputata leghista

La nipote arrabbiata: ho condannato la scelta anche pubblicamente

BRESCIA, 23 giugno 2018, 19:19

Andrea Cittadini)

ANSACheck

Una vita passata nella Lega e il nonno paterno che affitta un immobile di sua proprietà a chi ospita i richiedenti asilo in un angolo della provincia bresciana dove gli stranieri sono tanti quasi quanti i residenti. E' la storia di Eva Lorenzoni, dallo scorso 4 marzo deputata del Carroccio. E' bresciana di Gambara, un paese di 5mila abitanti con una frazione, Corvione, dove i residenti sono 110 e i profughi 90. "Ma nelle prossime settimane ne arriveranno altri venti" spiega il sindaco Ferdinando Lorenzetti. In questa porzione di Bassa bresciana i richiedenti asilo sono ospitati nelle stanze dell'ostello Corvione, un ex ristorante trasformato in centro profughi. Il proprietario è Gianfranco Lorenzoni, il nonno della deputata leghista. "Lo abbiamo dato in affitto, ma certo sappiamo come è stato trasformato" ammette la moglie dell'uomo. "Cosa dice mia nipote? Certo è arrabbiata. Anche io sto con Salvini, ma la colpa è di chi va a prenderli questi profughi" continua la nonna di Eva Lorenzoni. Dal 2015, cioè dai primi arrivi degli immigrati a Corvione di Gambara, la nipote è in rotta con il nonno. In questa zona della Bassa bresciana tutti sanno di chi è la proprietà dell'ostello dei profughi, ma il caso è sempre stato tenuto sotto traccia. "Per me è un dramma" si è sfogata l'onorevole del Carroccio che ha come foto profilo Facebook l'immagine con il leader Matteo Salvini. Tesserata per il Carroccio dal 2006, Eva Lorenzoni non nasconde di aver combattuto contro la scelta del nonno. Arrivò addirittura a manifestare, nell'estate 2015, fuori dall'ostello e il 7 luglio dello stesso anno chiese all'Asl di Brescia di verificare le condizioni igienico sanitarie della struttura che riteneva non a norma. "Non condivido in alcun modo le scelte fatte da mio nonno - spiega convinta - Ho condannato le scelte di mio nonno privatamente e direttamente con l'interessato e anche pubblicamente organizzando un presidio e mettendo in atto tutte le azioni che potevano in qualche modo bloccare l'arrivo e la successiva ospitalità dei presunti profughi". E la sua battaglia prosegue anche ora: "Non è una parentela che mi farà cambiare idea sulla questione dell' immigrazione e nessuno può in alcun modo strumentalizzare la mia posizione poiché io combatterò questo business da militante della Lega e da cittadina".

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