La manodopera in montagna è molto
preparata e più attaccata all'azienda che altrove, con tassi di
assenteismo dimezzati. Ma il grande deficit è quello del
management che occorre 'importare' da altri territori, con costi
elevati e poche garanzie di una permanenza prolungata. E' uno
dei temi evidenziati oggi a Cortina d'Ampezzo nella tavola
rotonda promossa da Confindustria Belluno Dolomiti che ha
'battezzato' la nascita di "Confindustria per la montagna". Un
network, ha spiegato il presidente bellunese, Barbini,
"informale, inclusivo e a geometria variabile di territoriali e
federazioni che vogliono attivarsi per la crescita dei territori
montani, che possono essere laboratori in cui sperimentare nuovi
modelli di sviluppo". All'incontro, presente il presidente
Vincenzo Boccia, erano rappresentate molte associazioni
provinciali e regionali: da Aosta a Udine, da Torino, Cuneo, a
Varese, Como, Bergamo, Lecco Sondrio, Verbanio Cusio Ossola,
Trento, Bolzano, Vicenza, Piacenza e Belluno.
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