"Il Giorno della Memoria è
particolarmente difficile da celebrare perché o vale per i
giovani che devono rendersi conto di una pagina fondamentale
della storia d'Europa del secolo scorso, oppure non vale nulla.
Per questo io non credo alle celebrazioni che si limitino a dire
che queste cose non devono accadere mai più, perché è un
discorso che non porta da nessuna parte". Lo ha detto lo
studioso di storia e cultura ebraica Bruno Segre, 87 anni, che
oggi ad Ascoli Piceno ha incontrato gli studenti del liceo
classico 'Stabili', lo stesso da lui frequentato nel 1943,
quando si rifugiò nella città marchigiana, con la madre e la
sorella, e dove riprese gli studi dopo la guerra. Segre, che fu
ospitato da un ciabattino anarchico ascolano, non considera
finita la Shoah: "E' un genocidio che è ancora in corso oggi,
purtroppo. Ci sono situazioni in cui intere popolazioni vengono
sacrificate, mandate in tutti i continenti".
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