(ANSA) - MILANO, 24 SET - È un messaggio rivolto a tutti quello che il nuovo arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha voluto dare dal pulpito nel giorno del suo ingresso ufficiale in Diocesi. E tutti significa non solo i fedeli, ma anche gli atei (a cui ha proposto un'intesa per "costruire una città dove convivere sia sereno") ed esponenti di altre religioni come quella ebraica, di cui "abbiamo troppo poco condiviso le sofferenze nei secoli", e quella islamica. "Anche a loro - ha spiegato Delpini - mi rivolgo con una parola che è invito, è promessa, è speranza di percorsi condivisi".
Fratelli e sorelle ha chiamato tutti, con lo stile semplice che lo contraddistingue. Lui che fino alla nomina girava in bicicletta e non ha una collezione di libri perché sfrutta la biblioteca. Anche alle autorità venute a salutarlo - in primis il prefetto Luciana Lamorgese, il presidente della Lombardia Roberto Maroni e il sindaco Giuseppe Sala - ha chiesto una alleanza per aiutare gli ultimi, che sono anziani e malati ma anche carcerati e stranieri perché pur con "competenze diverse" c'è la stessa "passione civica".
Ai fedeli cattolici ha poi proposto un patto per essere "disponibili all'accoglienza benevola, all'aiuto sollecito, alla corresponsabilità" anche se ha aggiunto di non volersi "sottrarre alle fatiche del governo. D'altronde lui sa bene quanto è pesante il pastorale di San Carlo, come ha ricordato il suo predecessore, il cardinale Angelo Scola, consegnandogli la reliquia e dunque, idealmente, il testimone. Delpini nella diocesi è nato e cresciuto, in seminario ha conosciuto praticamente tutti i preti, di cui sa il nome, e qui per anni è stato vicario generale.
In mattinata Delpini ha celebrato la messa al carcere di Opera, poi al pomeriggio è andato a pregare nel santuario di Santa Maria in San Celso dove ha chiesto ai fedeli di pregare per lui perché fare il vescovo "non è compito da eroe solitario". È arrivato alla basilica di Sant'Eustorgio tradizionale ingresso a Milano dei vescovi perché qui c'era il primo fonte battesimale. Qui ha incontrato il forum delle religioni, 200 catecumeni e i ragazzi degli oratori che ha invitato a uscire "per andare incontro a tutti".
Nel Duomo gremito, con seimila persone fra cui mille sacerdoti (anche il responsabile di Cl Julian Carron), una trentina di vescovi e quattro cardinali si è rivolto a tutti "fratelli e sorelle" invitandoli a "non disperare dell'umanità, dei giovani di oggi, della società così com'è adesso e del futuro", a non "parlare troppo male dell'uomo" perché "non c'è nessuna casa e nessuna strada dove non ci sia l'amore di Dio". Dio ama tutti, anche chi è depresso o cerca una speranza "giocando alle macchinette", chi ha sbagliato e a tutti ha dato la capacità di amare. "Date inizio al futuro, ragazzi di Milano" ha invitato Delpini, che da oggi ha fatto il suo ingresso ufficiale.
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