Dionigi Tettamanzi "seppe denunciare
senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle
nostre terre": Angelo Scola, che lo ha sostituito come
arcivescovo di Milano, ha voluto riconoscerlo al funerale del
cardinale morto sabato scorso in un Duomo pieno di cinquemila
fedeli, con un migliaio di sacerdoti, trenta vescovi e otto
cardinali, arrivati a concelebrare.
Scola, che reggerà l'arcidiocesi fino a settembre quando sarà
sostituito da monsignor Mario Delpini, ha ricordato "il
permanente sorriso" e "l'umanità contagiosa, di Tettamanzi, ha
ricordato quanto fosse esperto di "scienze morali e bioetiche",
collaboratore diretto di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
A Milano "ebbe un notevole peso" il rapporto che instaurò con
la società civile con una "apertura al confronto sociale" ed
anche "ecumenico ed interreligioso" ma anche con una attenzione
particolare "per i problemi delle famiglie ferite", "del lavoro,
dell'emarginazione nelle sue tante e dolorose forme".
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