Le Università possono, nella loro
autonomia, erogare corsi in una lingua straniera anche per
rafforzare l'internazionalizzazione degli Atenei, purché
l'offerta formativa non sacrifichi totalmente l'italiano, che
mantiene un "primato" che "diventa ancor più decisivo per la
perdurante trasmissione del patrimonio storico e dell'identità
della Repubblica, oltre che garanzia di salvaguardia e di
valorizzazione dell'italiano come bene culturale in sé". Lo ha
deciso la Corte Costituzionale. Con la sentenza 42 redatta dal
giudice Franco Modugno la Consulta ha infatti dichiarato non
fondati i rilievi di costituzionalità mossi contro la norma
contenuta nella legge 240 del 2010 in materia di organizzazione
dell'Università sulla base della quale il Politecnico di Milano
ha attivato, a partire dall'anno 2014, corsi di laurea
magistrale e di dottorato di ricerca esclusivamente in lingua
inglese, prevedendo un piano per la formazione dei docenti e il
sostegno agli studenti.
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