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Morti in corsia: attesa decisione Gip scarcerazione medico

Attesa nei prossimi giorni la decisione del Gip sulla richiesta dei domiciliari per Cazzaniga

Aveva avuto un periodo di forte stress e voleva 'disintossicarsi' Leonardo Cazzaniga, il sessantenne medico arrestato cinque giorni fa con l'accusa di aver ucciso quattro pazienti all'ospedale di Saronno e, in concorso con lei, il marito della sua compagna e infermiera Laura Taroni. Da una intercettazione telefonica di un anno fa di due suoi colleghi sembrerebbe che il problema fosse la cocaina. Ma gli inquirenti smentiscono che l'anestesista sia 'un assuntore'. Lo stesso afferma il legale dell'infermiera: 'Non mi risulta siano stati richiesti esami tossicologici per nessuno dei due' Mentre prosegue il lavoro degli investigatori sui casi di morti sospette all'ospedale saronnese, si attende nei prossimi giorni la decisione del Gip del Tribunale di Busto Arsizio (Varese) sulla richiesta dei domiciliari per Leonardo Cazzaniga, chiesti dal suo avvocato Enza Mollica. Il lavoro degli inquirenti (il procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, il pm Cristina Ria e i carabinieri di Saronno), è tutto volto all'accertamento di altri eventuali decessi non chiari in pronto soccorso, attraverso uno scrupoloso esame delle trenta cartelle cliniche di altri pazienti trattati da Cazzaniga, e sui decessi della madre e del suocero della Taroni. Proseguiranno gli interrogatori degli altri tredici indagati, accusati a vario titolo di omessa denuncia, falso ideologico e favoreggiamento. Se dagli atti il medico e la sua infermiera emergono come figure diaboliche, non pare invece avessero confidenza con la droga. Il sospetto sorge, stando agli atti, dall' intercettazione di una conversazione tra l'allora direttore Sanitario dell'azienda ospedaliera di Busto Arsizio Roberto Cosentina e il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Saronno Paolo Valentini, su una presenta rivelazione fatta dallo stesso Cazzaniga. La conversazione, stando ai fascicoli, risale al luglio del 2015 "Te l'ha detto lui? Te l'ha segnalato lui perché come hai fatto a scoprirlo" domanda Valentini "si mi disse io ho questo problema, adesso mi prendo un periodo per vedere di disintossicarmi perché sto esagerando (...) non dico che smetto ma almeno (...) perché sto esagerando" gli risponde Cosentina che poi spiega di avergli consigliato di andare da un medico competente, Valentini poi ribatte "quello un giorno dirà: io glielo avevo detto al direttore che ero cocainomane". Poi Cosentina precisa "no attenzione, stiamo chiacchierando, lui era in malattia per non so quale motivo (...) lui che cosa ha detto al medico competente non lo so so (...) il medico compente non ha osteggiato il rientro in servizio e lui l'avrà messa sul periodo di stress, di fragilità eccetera". Interpellata al telefono, l'avvocato difensore di Cazzaniga Enza Mollica ha dichiarato "non ho niente da dire". Il legale della sua compagna Laura Taroni, anche lei chiamata al telefono, ha precisato "non mi risulta alcun riferimento investigativo circa ipotesi di consumo di droga in capo alla mia assistita, né tanto meno che per lei sia stata richiesto alcun test tossicologico". Anche gli inquirenti, ad oggi, confermano non sia stato richiesto alcun esame tossicologico su nessuno dei due indagati arrestati. Punto fondamentale resta quello di chiarire il movente. L'anestesista si difende sostenendo che il cosiddetto 'protocollo Cazzaniga', era un modo per 'alleviare sofferenze, senza voler uccidere'.

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