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Migranti: incendio fu blitz, 10 indagati

Migranti

Migranti: incendio fu blitz, 10 indagati

Digos, residenti quartiere 'volevano dargli una lezione'

MILANO, 28 ottobre 2016, 11:12

Fabrizio Cassinelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Andiamo là e facciamogliela vedere. Io vengo, e porto uno che conosco". E' sorprendentemente nato in maniera spontanea "con il passaparola", il blitz di un manipolo di cittadini milanesi - ora indagati per incendio doloso e detenzione illecita di materiale esplodente - accusati di aver dato fuoco, il 4 settembre scorso, a uno stabile dismesso di periferia ora abituale ricovero di stranieri e già al centro di polemiche per il degrado e la sicurezza.

Residenti del quartiere - un tassista, un operaio, un barista - non criminali, tutti o quasi tutti incensurati. Non una banda, dato che alcuni nemmeno si conoscevano tra loro, anche se a unirli, in qualche misura, era la frequentazione di un locale. Dieci uomini, tra i quali anche uno straniero definito "integrato" (un pizzaiolo ecuadoriano), ma di fatto abitanti del "quartiere Adriano", più volte agli onori delle cronache per degrado e criminalità e ora al centro di un annunciato piano di riqualificazione da parte del Comune. Dalle indagini risulta che avrebbero causato un incendio utilizzando taniche di benzina e fuochi artificiali nel corso di una sorta di 'blitz' in un momento in cui non c'era nessuno. Come ammesso dai denunciati, il gesto è nato dal risentimento per le condizioni di degrado dello stabile e per alcuni episodi delittuosi cui è stata data la responsabilità agli occupanti del dormitorio (scippi e altri atti di vandalismo, non sempre denunciati). Avrebbero deciso di dare una lezione agli occupanti abusivi, bruciandone i pagliericci e gli effetti personali, e avrebbero coinvolto altri conoscenti della zona: tutti, pur non conoscendosi tra loro se non di vista, avrebbero deciso di partecipare alla spedizione.

"Il razzismo non c'entra nulla, è stato un gesto dettato dall'esasperazione del quartiere - ha raccontato all'ANSA F.C., uno dei dieci indagati titolare di un locale aperto cinque anni fa - So che è stata un'azione stupida ma mi assumo tutte le responsabilità". I primi di agosto una ragazza di 25 anni era stata violentata da un ex proprio nello stabile abbandonato (l'uomo era poi stato arrestato) e in settembre uno squilibrato aveva aggredito una maestra di scuola barricandosi prima di venire bloccato. Gli abitanti denunciano spaccio e atti vandalici alle auto, scippi e furtarelli. Una storia di degrado che parte da lontano, sin da quando un grande insediamento di nomadi, smantellato di recente, creava grandi problemi. "Premesso che la giustizia fai da te non risolve i problemi, quello che è successo in via Adriano deve far capire al Comune a che punto è arrivata l'esasperazione delle periferie", ha commentato Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia -Alleanza Nazionale in Regione Lombardia. "No alla giustizia fai da te, ma dove sono le istituzioni? Renzi e Sala dove siete"?, ha detto la coordinatrice lombarda di Forza Italia e consigliere comunale a Milano, Mariastella Gelmini.

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