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Chiesto ergastolo per Giardiello

Chiesto ergastolo per Giardiello

Per consulenti capace intendere e volere, sentenza il 14/7

BRESCIA, 01 luglio 2016, 11:36

Andrea Cittadini

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il massimo della pena: l'ergastolo. Lo ha chiesto il pm di Brescia, Isabella Samek Lodovici, per Claudio Giardiello l'imprenditore che il 9 aprile di un anno fa riuscì ad entrare a Palazzo di Giustizia di Milano armato di pistola e uccise tre persone: Giorgio Erba, co-imputato dello stesso omicida in un processo al quale avrebbe dovuto partecipare quella mattina, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani e il magistrato Fernando Ciampi.

Giardiello ha assistito alla richiesta di condanna del pm dalla cella di sicurezza dell'aula dove è stata celebrata a porte chiuse l'udienza del processo che si sta svolgendo con rito abbreviato. "Quella del pm è stata una ricostruzione molto precisa e dettagliata ed è stata messa in evidenza la premeditazione che è l'aspetto che porta alla richiesta di ergastolo" ha spiegato l'avvocato Cesarina Barghini, legale della famiglia Claris Appiani al termine dell'udienza in Tribunale a Brescia (che ha competenza per le vicende che riguardano magistrati e giudici del Tribunale di Milano). "Se non fosse per la tragedia avvenuta la premeditazione e la costruzione di quanto fatto da parte di Giardiello sarebbe da premiare", ha aggiunto il legale. "Non si poteva non chiedere l'ergastolo vista la premeditazione" ha commentato Aldo Claris Appiani, padre del giovane avvocato ucciso da Claudio Giardiello. "Mio figlio - ha ricordato - è stato attirato in un'imboscata perché quella mattina non doveva esserci ed è stato chiamato come teste dalla difesa di Giardiello, segno della puntuale e lucida premeditazione" ha aggiunto il genitore di Claris Appiani. Sul tema della premeditazione il legale di Giardiello però non ci sta.

"Abbiamo chiesto - ha detto - che non venga riconosciuta" è il pensiero dell'avvocato Andrea Dondè, legale dell'imprenditore accusato di triplice omicidio. "Abbiamo inoltre chiesto che venga riconosciuto il parziale vizio di mente come sostenuto dai nostri consulenti" ha aggiunto l'avvocato con riferimento alla perizia psichiatrica effettuata su Giardiello. Ritenuto parzialmente incapace di intendere e volere dai medici che lo hanno vistato su incarico della difesa, mentre i consulenti dei giudici bresciani hanno sostenuto che l'imprenditore al momento del triplice omicidio era sano di mente e perfettamente capace di intendere e volere. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 luglio per repliche e sentenza.

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