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Daccò, pagavo perchè amico di Formigoni

processo maugeri

Daccò, pagavo perchè amico di Formigoni

Per prima volta parla in aula,'no corruzione, passione per mare'

MILANO, 24 marzo 2016, 16:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Non c'è stato alcun rapporto corruttivo tra me e Formigoni, è sempre stato un rapporto di amicizia e di rispetto reciproco, nelle mie vacanze ho invitato anche lui, pagavo io i soggiorni e per i trasferimenti ognuno pagava per sé". Così il faccendiere Pierangelo Daccò, parlando per la prima volta in aula nel processo milanese sul caso Maugeri che vede imputato, tra gli altri, anche l'ex Governatore lombardo, si è difeso con dichiarazioni spontanee nel procedimento con al centro le accuse di associazione per delinquere e corruzione. Secondo l'ipotesi accusatoria, dalle casse della struttura di riabilitazione Maugeri sarebbero usciti circa 61 milioni di euro in 10 anni, soldi da cui sarebbe stata creata la provvista per concedere benefit di lusso all'ex Governatore per circa 8 milioni di euro, tra cui viaggi aerei, vacanze e un maxisconto sull'acquisto di una villa in Sardegna.
    "Formigoni era un appassionato di mare, aveva problemi con la sua barca e a volte è venuto con me", ha raccontato Daccò.
   

"Anche chi è venuto ad arrestarmi quel giorno era venuto alle mie cene". E' l'affondo che Pierangelo Daccò, faccendiere già condannato in via definitiva a 9 anni per il crac dell'ospedale San Raffaele e in carcere da oltre 4 anni, ha lanciato nel corso delle sue dichiarazioni spontanee di oggi nel processo milanese sul caso Maugeri, che vede tra gli imputati anche l'ex Governatore lombardo e senatore di Ncd Roberto Formigoni. Daccò non ha specificato a chi si riferisse con quell' 'attacco', ma dalla sua difesa è stato precisato che non stava parlando dei pm ma semmai di "finanzieri". Nelle sue lunghe dichiarazioni Daccò, che non si è sottoposto però all' interrogatorio, ha cercato di difendersi dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Ha raccontato che lui, in sostanza, era un "consulente" per lo sviluppo dei progetti della Fondazione Maugeri e del San Raffaele e che viveva di "relazioni". Alle "mie cene aperte", ha aggiunto, "veniva gente che neanche conoscevo". .

Nessuno dei militari della Gdf che hanno condotto le indagini sul caso Maugeri "è mai andato a cena con Daccò". E' quanto ci tiene a precisare il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco a proposito delle dichiarazioni rese oggi in aula dallo stesso Pierangelo Daccò nel processo milanese per associazione a delinquere e corruzione che vede tra gli imputati anche l'ex Governatore lombardo Roberto Formigoni.

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