Sono iniziate oggi le attività
dell'archeologo forense Dominic Salsarola che dovrà datare i
reperti sequestrati e altro materiale che potrebbe venire alla
luce nei prossimi giorni attraverso le ricerche con metal
detector e geo-scanner nel parco Mantegazza di Varese, dove sono
in corso le ricerche della possibile arma del delitto
nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio della studentessa Lidia
Macchi, massacrata con 29 coltellate nel gennaio 1987.
L'archeologo dovrà accertare, sulla base della conformazione
delle buche, se i reperti siano stati sepolti volontariamente
sotto terra. Secondo alcune ipotesi investigative, infatti,
Stefano Binda, arrestato lo scorso 15 gennaio con l'accusa di
aver violentato e ucciso la ragazza 29 anni fa, potrebbe aver
nascosto il coltello nell'area verde nei giorni successivi
all'omicidio.
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