Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Commissari, Riva paghino due miliardi

Commissari, Riva paghino due miliardi

Istanza a Tribunale, abusi di direzione e coordinamento

MILANO, 22 gennaio 2016, 17:17

Redazione ANSA

ANSACheck

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

I tre commissari dell'Ilva, in amministrazione straordinaria, hanno chiesto due miliardi di danni ai Riva, a Riva Fire e anche a Riva Forni Elettrici. Nell' istanza, depositata nei giorni scorsi al Tribunale civile di Milano, si parla di "abusi di direzione e coordinamento".

La maxi richiesta è stata avanzata dai tre commissari, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, "al fine di reintegrare il patrimonio di Ilva anche (se non soprattutto) nell'interesse dei creditori concorsuali". Inoltre in questo modo si sta tentando di recuperare il miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva nell'ambito dell'indagine della Procura milanese per evasione fiscale e che si trova 'congelato' in Svizzera a causa di un ricorso delle due figlie di Emilio Riva, il patron del gruppo morto due anni fa. Tale somma, 'sbloccata' dal giudice Fabrizio D'Arcangelo, sarebbe dovuta servire per la bonifica ambientale dell'azienda di Taranto.

Secondo i tre commissari, gli ex soci di controllo di Ilva, "riconducibili a Riva Fire e alla famiglia Riva" nel 2012 avrebbero "ideato e attuato con lucida determinazione nell'arco di sei mesi" un disegno articolato in più fasi, attraverso un'operazione societaria, la quale "anziché accompagnare" il colosso siderurgico "nell'ormai inevitabile percorso di risanamento ambientale" l'hanno privata "delle risorse finanziarie occorrenti (...) per attuare gli ingenti investimenti" per la bonifica e per garantire la continuità del gruppo. In sostanza, il disegno degli eredi Riva sarebbe stato all'origine degli interventi della magistratura tarantina e avrebbe portato una società che quattro anni fa valeva duemila miliardi all'attuale stato di insolvenza.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza